domenica 29 novembre 2009

hanno rubato l'infanzia al piccolo genio dell'arte


Gli hanno rubato l’infanzia.

A sette anni, Kieron Williamson, di Holt (Gran Bretagna) è stato definito un piccolo genio dell'arte. Il ragazzino, figlio di un commerciante d'arte, ha venduto sedici dei suoi dipinti ad olio, acquarelli e pastelli per 17.000 sterline in un tempo record: 14 minuti. Gli acquirenti, come rivela il Daily Mail, arrivano da paesi lontani come Canda e Giappone. I dipinti del bambino prodigio sono stati venduti al prezzo di circa 1.000 sterline ciascuno. Precedentemente, Kieron aveva venduto diciannove opere per 14.000 sterline. "L'ultimo artista bambino in questo campo - ha detto Adrian Hill, della galleria d'arte in cui è avvenuta l'esposizione dei dipinti di Kieron - è stato Picasso".

Oggi è apparsa questa notizia sul web e il primo canale della rai tv ha gridato al miracolo. Come al solito, la notizia verte principalmente sull’affare, il business come dicono gli americani. È sconcertante! Ma a qualcuno è venuto il dubbio che possa trattarsi di un grande bluff? Un enorme giro d’affari che ruota intorno al gioco prediletto di un ignaro bambino che guarda caso ha i genitori che lavorano a vario titolo nel mercato dell’arte.
Non ho avuto modo di vedere da vicino i dipinti, per lo più acquarelli stando alle riproduzioni divulgate in internet; però, senz’altro a un occhio esperto non sfuggirà la precisione del disegno, i particolari del paesaggio e la pennellata, tutte cose che si acquisiscono con anni e anni di esercizio. Mentre, di solito il bambino tende a personalizzare ciò che vede; dà una chiave di lettura diversa dall’adulto al segno e al colore, perciò ogni cosa che riproduce denota spontaneità e assenza di tecniche o esperienza, insomma, ha una metrica infantile, poetica, non contaminata. Invece qui siamo davanti a impostazioni sceniche mature, eccessivamente mature per un bambino di 7 anni.
Volendo trarre una conclusione, si può dire che questo bambino è nato col pennello in mano e i genitori, da buoni mercanti, ne hanno curato la predisposizione con suggerimenti teorici e impostazioni pratiche, oppure che lavora a quattro mani su disegni eseguiti da altri o con la supervisione di qualcuno. Cosa c’è di strabiliante in tutto ciò? Può essere definito artista un bambino virtuoso che ancora non capisce qual è il ruolo di chi fa arte nella società? È giusto esporlo al mercato in simili circostanze? Forse stiamo davvero vivendo un periodo di oscurantismo assurdo che passerà alla storia come l’era del grande buco mentale. Non ci sono idee sane, ogni cosa gira intorno al potere economico, ci siamo bevuti davvero il bene dell’intelletto, e qualche sciocco superficiale dirà: Bèh, quando c’è la richiesta di mercato e il soldo tira il resto non conta!

abissali differenze tra arte e artigianalità




Quali sono i criteri di giudizio che determinano i valori materiali degli oggetti e del fare umano?

I temi trattati sono soggetti a differenti analisi a seconda se si tratta di beni effimeri quotidiani che espletano la loro massima ascesa nell’immediato momento temporale o patrimoniali in quanto vanno a implementare le ricchezze economiche certe. Nel primo gruppo, comunemente, si assommano tutti quei prodotti che fanno capo all’universo modaiolo imposto dalla società consumistica, estetica, di costume e alimentare momentanea. Nel secondo blocco analitico, vale a dire, quello inerente al benessere stabile elitario, una comune corrente di pensiero ingloba beni materiali come oro, gioiello, titoli di stato e quanto quotato in borsa incluso opere d’arte, beni architettonici e paesaggisti. Ma,

Chi decide i termini di raffronto è davvero obiettivo nel giudizio?

In effetti, a voler spaccare il capello in quattro, come essere certi che non si è vittime di imbrogli mediatici anche nel tempio sacro dell’Arte? Tanto per incominciare, il mio personale suggerimento è: diffidare sempre degli “urlatori spocchiosi”, prima di acquistare o dedicare tempo alle opere d’arte, avere la certezza di voler entrare in comunione con i linguaggi alti, per cui, non necessariamente si deve, aprioristicamente, condividere quanto scritto o declamato dagli imbonitori prezzolati; i curatori delle lobby e delle scuderie dei brocchi spacciati per purosangue.

La cultura necessita di pulizia sommaria. Quanti operano seriamente devono avere il coraggio civico di distinguere per sempre il manufatto artigianale dall’opera d’arte! D’altronde, chi lavora in fucina per dare corpo al bozzetto dello scultore capisce bene l’importanza dell’artista e certamente non ha la presunzione di volersi sostituire a lui; altrimenti tutti i maestri vetrai di Murano, rifacendosi ai grandi Maestri dell’arte potrebbero pretendere l’etichetta di “opera d’arte” per ogni lavoro. In sintesi:
L’opera d’arte, l’operazione culturale, nell’accezione ampia del termine alimenta la mente dell’umanità; il manufatto artigianale, se pur finemente pregevole, soddisfa la quotidianità epidermica delle umane esigenze: è simile alla “Barbie montata dal chirurgo plastico”.


mercoledì 25 novembre 2009

a scuola di democrazia in piazza Italia



A scuola di democrazia

Col talloncino elimina code in mano aspetto che il salumiere del supermercato chiami il 54. Butto uno sguardo al display: ci siamo!, se la smettesse d’intrattenere le clienti ci sarebbe meno fila; io, non sarei costretto a soffocare i colpi di tosse e sarei spalmato sul divano avvolto nel plaid a scaricare i postumi dell’influenza con una calda tisana.
Arrivano altri clienti; si muniscono di numerino mentre considerano animatamente le recenti vicende politiche, economiche e sociali. Sconfinano serenamente dal prodotto interno lordo nazionale ai ticket sanitari locali; toccano temi e uomini politici, l’imbroglio del processo breve, lo scudo fiscale, le consulenze i doppi e tripli incarichi a esponenti politici e loro familiari.

Manca poco per aprire un dibattito pubblico tra un etto di mortadella e un quarto di gorgonzola; valutare se ha fatto bene questo o quel politico, se Alfano, Ministro della Giustizia, tutela gli interessi di tutti cittadini oppure è di parte; se Capezzone abbia mai avuto veramente un’anima da radicale; se Gasparri, La Russa, Calderoli e i leghisti detentori della verità assoluta sono genuinamente sicuri dei loro proclami.

Il clima s’infiamma, sui delitti commessi dalle persone che avrebbero dovuto rieducare e reinserire nella società ragazzi sbandati, vittime della droga e dei vizi; il mercato di trans e escort, gli arricchimenti improvvisi; qualcuno alza la voce, lancia rabbiose parole all’indirizzo di chi ci governa e invita i presenti a reagire alle angherie a non sottostare passivamente in nome della sovranità popolare.
C’è bisogno urgente di uomini veri! Uomini che sappiano fare politica davvero per il popolo e non per se stessi! Uomini come Fini, Violante, Almirante, Berlinguer, Amendola, Pertini, Bersani insomma c’è la necessità di formare le coscienze della nuova classe politica secondo dettami onesti, comuni nella maggior parte dei vecchi uomini politici che hanno vissuto i drammi sociali della guerra, conosciuto le ambiguità e l’intolleranza dei regimi totalitari e, che, principalmente, hanno saputo trasmettere alle giovani leve il rispetto per gli avversari, la necessità democratica del confronto dialettico sui grandi temi, il tutto per puro spirito di servizio e per il bene del popolo!

C’è passione e fervore nella piccola e imprevista assemblea.

Certo, se venissero a fare la spesa anche loro, i nuovi salta fossi della politica, conoscerebbero per sempre i reali bisogni dei cittadini comuni costretti a uscire da case doloranti nel corpo per gli acciacchi stagionali e nell’animo per i pochi spiccioli destinati alla spesa, o forse ne sono a conoscenza e se ne fregano?


lunedì 23 novembre 2009

i signori dei feudi nell'Italia contemporanea


I signori dei feudi nell’Italia di oggi

La mia puerile visione del mondo non riesce a comprendere i segreti di stato, le strategie della politica e tantomeno quelle dell’alta finanza che, di fatto, cozzano con gli interessi quotidiani dei cittadini. Ora, col massimo rispetto per le cariche parlamentari e verso tutti gli organismi dello stato, sarei veramente grato se qualcuno dei signori che sbraita e vuole a tutti i costi imporre la propria idea di giustizia pubblicasse seriamente una spiegazione che facesse comprendere a chiunque l’attuale gestione politica e sociale del Paese Italia. E, nello specifico, se il Popolo è Sovrano, per quale motivo deve essere messo al giogo da un manipolo di amici che intende gestire la cosa pubblica secondo personalissimi criteri difformi dagli interessi comuni del Popolo?

Secondo le notizie divulgate dalla carta stampata e dai reportage televisivi, eminenti rappresentanti degli Organi Istituzionali asseriscono fermamente l’inutilità e la pericolosità di alcune leggi volute fortemente dalle maggioranze di governo.
In base alle informazioni, documentate e rese pubbliche in ottemperanza all’ideale di libertà sancito dalla Carta Costituzionale vigente, si ha la sensazione che il potere politico voglia perseguire interessi privati, eliminare la controparte non attraverso la dialettica ma mediante escamotage che lasciano presagire la beffa oltre che l’arroganza del potere esercitato. D'altronde, non si riesce a capire la necessità di:
1. Privatizzare un bene comune come l’acqua;
2. Imporre il processo breve;
3. Programmare la costruzione di centrali nucleari;
4. Nascondere il malgoverno dei rifiuti urbani e tossici;
5. Dividere l’Italia in feudi…

Questo è quanto arriva a noi, persone lontane dalle strategie politiche alte, costrette a vivere nella bufera mediatica e nell’instabilità sociale contemporanea.

giovedì 19 novembre 2009

Dirigenti, ammalati di esterofilia culturale, mortificano le menti locali




Corre l’obbligo chiarire a quanti non hanno potuto visitare le grandi mostre realizzate nel parco archeologico Scolacium, perché oberati da altri problemi o perché all'oscuro degli eventi, qual è stato il concetto propulsore degli appuntamenti annuali in base ai quali gli artisti sono stati invitati a “rivitalizzare culturalmente un territorio marginale come la Calabria”.

Allo scopo di valorizzare il territorio e la cultura sommersa di cui la Calabria è ricca, organi preposti, dopo ampi studi e riflessioni, hanno conferito incarichi a studiosi e tecnici della materia in questione per escogitare progetti mirati alla riqualificazione turistica e culturale.
Considerando le attenuanti generiche relative a questo tipo di operazioni e coscienti che gli effetti della cultura possono tramutarsi in spinte propulsive che daranno, senza ombra di dubbio, risultati positivi nel lungo termine, sempreché gestiti con intelligente lungimiranza dalla classe politica dirigente e dai tecnici che la affiancano; anche se qualcuno storcerà il naso in senso di disapprovazione per il dispendio di denaro pubblico investito in operazioni che per loro natura non hanno grandi consensi popolari, (è naturale che chi è pressato da problemi reali che minano la tranquillità familiare come la precarietà del lavoro, un sussidio sociale da fame, è poco accorto e pacato per valutare la possibilità di ricchezza futura che potrebbe provenire dal flusso del turismo culturale, vale a dire dal movimento economico generato dalle persone attratte dagli scavi archeologici, dalla storia e dal paesaggio; la cui presenza apporta ricchezza al territorio e quindi al cittadino; ma fino a quando ciò non accade, dovrebbe subentrare l’azione intelligente della politica a mitigare le esigenze dei bisogni sociali immediati. Tranquillizzare gli animi e far intendere che la cultura è un bene di tutti.) sempre rimanendo per un attimo nel campo delle esigenze territoriali, è opportuno capire quali sono state le linee guida dei progetti culturali, e le motivazioni che hanno spinto gli organizzatori a eludere gli artisti calabresi. Eppure, non mancano gli operatori, gli Artisti! Persone, di grande esperienza culturale, che operano nel campo della ricerca delle tecniche pittoriche tradizionali e nei linguaggi artistici contemporanei. Che proseguono l’attività creativa in Calabria, nonostante l’ostracismo o l’indolenza di taluni che si spacciano per operatori culturali. Agli artisti Calabresi non è stata data l’opportunità di vivere e far vivere d’arte! Questo il vero danno arrecato alla Calabria da dirigenti distratti; salvo, poi ravvedersi, come nel caso di Mimmo Rotella, e programmare eventi postumi. ma ormai il danno è stato consumato...

(mario iannino)

mercoledì 18 novembre 2009

arte contemporanea in Calabria, spazio open al parco

©archivio M.Iannino


Tra le opere d’arte disseminate nel parco della biodiversità, dopo “l’uomo che misurava le nuvole” lavoro in bronzo e silicone di Mimmo Paladino, alcuni esemplari dei cento ferrosi dissacratori replicanti nudi di Anthony Gormley che per fargli segnare una fantomatica linea d’orizzonte è stato necessario interrarli in entrambi i luoghi espositivi e nel sito archeologico alcuni pezzi sono stati tumulati fino al collo; le sculture di Cragg, i giochi meccanici di Delvoye, e, le altre opere acquistate che ben s’inseriscono nel parco catanzarese, ora è la volta dei “baci caduti” di Oppenheim: due enormi ampolle composte di tubi fluorescenti che rimandano la mente all’architettura delle cupole arabe. Installazioni da vivere che, munite di varco d’accesso, sembrano invitare gli osservatori a entrare, esplorare dall’interno le gocce di luce e aria, seguirne le sinuose verticali fino all’apice, punto di unione di forze esoteriche catalizzatrici di energie creative.


Decisamente è un bel vedere! Specie di notte.

Comunque, corre l'obbligo ricordare ai dirigenti locali che i progetti denominati “Intersezioni” e allestiti nel parco archeologico di Roccelleta sembra non abbiano contribuito a rilanciare quel turismo culturale pronosticato dai dirigenti politici, ciò dovrebbe far riflettere ed eventualmente escogitare nuove strategie, mirate a far decollare appieno l’area Scolacium di Roccelletta di Borgia alla periferia sud di Catanzaro e la costa jonica compreso l'imminente entroterra presilano che vide i natali di Mattia e Gregorio Preti .

martedì 17 novembre 2009

dal parco archeologico al giardino botanico di Catanzaro



Nel “parco della biodiversità”, giardino botanico calabrese di recente fondazione, Catanzaro, ha istituito una location d’arte visiva aperta a quanti non hanno mai avuto la possibilità di avvicinarsi all'arte e agli artisti noti contemporanei.
©arch.M.Iannino
parco archeologico, installazione Staccioli
l’amministrazione provinciale di

Al variegato mondo che popola i parchi verdi e i relativi giochi è stata data l’opportunità di incontrare, attraverso i lavori artistici inseriti nel parco botanico, gli autori delle installazioni effettuate nel parco archeologico di Roccelletta di Borgia dal 2005 a oggi.

Incuriosirsi ai linguaggi dettati dall’arte contemporanea; documentarsi per comprendere le motivazioni che spingono gli artisti a giocare e proporre il proprio fare; contestualizzare il tutto con la macchina economica che gira attorno agli interessi economici e culturali di critici, galleristi e mercanti.

Considerare pacatamente senza demonizzare niente e nessuno se le operazioni messe in atto dai progettisti culturali siano riuscite nell'intento che si erano prefissati, ovvero, di apportare ricchezza al territorio oppure no!
Chiedersi se è indicato puntare sempre sullo straniero oppure dare opportunità all’indigeno; valorizzare i talenti locali, stimolarli e far sì che la creatività diventi strumento propulsivo dell’economia calabrese.
©arch.M.Iannino

Catanzaro, esposizione permanente di arte contemporanea




Catanzaro, esposizione permanente di arte contemporanea nel parco delle biodiversità
©arch.M.Iannino


Il parco delle biodiversità, realizzato dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, ha stravolto positivamente 114.200mq di campagna urbana annessa all’istituto della scuola agraria per le attività pratiche e sperimentali di docenti e studenti. Dal 21 marzo del 2004, giorno dell’inaugurazione, il sito è diventato un bellissimo polmone verde che contiene piante da siepe, tappezzanti, di alto fusto e arboree; due laghetti popolati da cigni, anatre, papere e piante acquatiche precedute da allegre e sinuose panchine in stile Gaudì, il tutto sottolineato dal percorso Jogging che invita a continuare la passeggiata fino alla valle dei mulini; e ancora, piste ciclabili e da pattinaggio; aree giochi, anfiteatro, area ristoro, servizi igienici; enormi voliere che ospitano pennuti autoctoni e migratori; gabbie con rapaci e prati recintati per inibire la fuga agli scoiattoli che popolano i centenari pini mediterranei. Strutture in legno a forma di castello, gazebo, vecchi tronchi incisi da artigiani locali. La clinica per gli animali selvatici o abbandonati; il museo delle armi e, dulcis in fundo, tra tanto tripudio alla natura e al fare dell’uomo è visibile l’elogio alla creatività degli artisti ospiti nelle edizioni culturali estivi attuati nel Parco Nazionale Archeologico Scolacium denominate “Intersezioni”:
ben inseriti nel contesto paesaggistico del giardino botanico mediterraneo, le opere di Cragg, Paladino, Fabre, Balkenhol, Delvoye, Quinn, Gormley e Hoppenheim conferiscono quel tono culturale importante, necessario all’inserimento del sito nei canali culturali mondiali.

domenica 15 novembre 2009

periferie


Sconsideratezze estemporanee

Strane sagome si profilano all'orizzonte...
Se non fosse per la tenace forza di gravità composta in massima parte dell’amore elargito gratuitamente dall’ingenuità fanciullesca dei buoni d’animo, molti personaggi lieviterebbero nell’area come tante mongolfiere a tenere compagnia alle nuvole. Il cielo sarebbe talmente intasato da oggetti con profili vagamente umani da oscurare il sole; rigonfiamenti abnormi trasformati in velivoli aerostatici silurerebbero le nuvole, le ingraviderebbero fino al parto.
Enormi corpi molli liberi di vagare nelle alte sfere, non più mantenuti in quota dalle forze in/visibili dominanti, appesantiti dalla stupidità servile cadrebbero a sfracellarsi sulle nude rocce della ragione terrena.

… l’esperienza preferisce il pensiero leggero al concetto profondo: non serve scandagliare i problemi, struggersi, avventurarsi alla ricerca della verità essa è celata da sempre agli occhi dei più.

Non è celata invece l’erba alta e l’incuria del verde pubblico nelle periferie. Evidenti impronte testimoniano la permanenza notturna di animali randagi; i lunghi fili d’erba schiacciati dal peso corporeo di cani e gatti raggomitolati stanno lì a indicarne il numero.
Il cane al guinzaglio annusa le quattro grandi impronte, alza la gamba marca il territorio, strofina vigorosamente le zampe e annusa l’aria; spicca un salto da gazzella, il guinzaglio sfugge di mano all’uomo e il cane corre dietro al gatto che trova riparo sull’albero. Inizia un nuovo giorno…

le contraddizioni dei social network


Le contraddizioni dei social network

Le persone che s’incontrano e dialogano in rete con un comune denominatore sembra si divertano a sollevare perplessità in chi entra per la prima volta nel circuito delle chat sociali. Tra gli utenti della stessa cerchia, forse perché conoscenti di vecchia data, s’instaura un rapporto di complicità incomprensibile agli estranei; a loro basta un cenno per aprire dialoghi infiniti pieni di doppi sensi, ilarità e a volte sarcasmo. Non si comprende quando una notizia è ritenuta spam, promozione personale o pubblicità. Alcuni espongono belle immagini di paesaggi, foto artistiche poetiche o di denuncia sociale; altri fanno mera promozione della propria immagine con un filino per niente velato di autocompiacimento per lo share ottenuto e altri ancora pensano di contribuire all’azione politica imminente fiancheggiando questo o quel personaggio.
Ora, è umanamente comprensibile che dopo una giornata di duro lavoro o quotidiana routine, in cui si è sottoposti a pressioni fisiche ed emotive, la maggior parte degli internettari preferisca la burla al pensiero indagatore dei problemi sociali, ma, considerato che internet è sinonimo di possibilità concreta per quanti vogliono esporre senza vanagloria e senza padroni i propri pensieri, non dovrebbe essere necessario agli altri utenti, quelli estranei alla cerchia degli amici reali, conoscere l’interlocutore del social net in cui chatta?, non come persona fisica, stato sociale e residenza geografica, ma come membro di una comunità che scopre problematiche sociali, culturali e politiche mirate ad approvare o disapprovare ciò che esprime così da essere parte veramente attiva del social network.
Nel decalogo di certi blogger c’è scritto: se un blogger ti sta antipatico non glielo dire: ignoralo!
E i più esperti, quelli che rilasciano interviste o hanno liste chilometriche di amici, a un certo punto della loro carriera decidono di ritirarsi nella torre d’avorio della loro vanagloriosa esistenza parallela, lucchettano blog e contatti, salvo, poi, aprirli all’occorrenza, al vezzo degli ammiratori. Amaro epilogo del mezzo democratico

sabato 14 novembre 2009

veleni in Calabria


Nel blog di Angela Napoli ci sono delle notizie a dir poco raccapriccianti, ecco uno stralcio:

Angela Napoli, membro Pdl della commissione parlamentare Antimafia, lo dice apertamente:"Il governo sta cercando di nascondere la verità sulle navi dei veleni, e su quella di Cetraro in particolare. Si vogliono coprire segreti di Stato, e la strada scelta è quella del silenzio. O peggio ancora, di dichiarazioni che non stanno in piedi". Parole che arrivano dopo giornate intense. La settimana scorsa Pippo Arena, il pilota del congegno sottomarino che il 12 settembre aveva filmato la nave sui fondali calabresi, ha dichiarato a "L'espresso" che "due stive erano completamente piene". Poi è stato il turno del ministero dell'Ambiente, che ha pubblicato on line le immagini girate a fine ottobre su quello che ha presentato come il piroscafo Catania. Infine è spuntata, tra politici e ambientalisti, l'ipotesi che nel mare di Cetraro ci siano non uno, ma più relitti. "Il che potrebbe giustificare la fretta di voltare pagina del ministro dell'Ambiente", dice l'onorevole Napoli.

E ancora, ecco come risponde alla domanda del giornalista:

Rilancerà questo elemento in commissione Antimafia?
«Certo. Ma è difficile che un governo smascheri ciò che un altro governo ha occultato. C’è l’interesse bipartisan ad andare oltre, a dimenticare che il pentito Fonti parla di legami con ex democristiani e socialisti ancora attivi. Ricordiamo che il sottosegretario agli Esteri, in questo governo, fa di nome Stefania e di cognome Craxi».

Quindi?
«Basta con i segreti. Il governo vuole chiudere il caso Cetraro? Renda pubbliche le immagini satellitari dei traffici avvenuti nei mari italiani tra gli anni Ottanta e Novanta. La verità c'è già: basta avere voglia di vederla».

La notizia mette in moto considerazioni semplicissime:
1) Come mai l’attuale governo tutela i faccendieri degli anni ottanta e novanta?
2) Chi sono gli ex ancora attivi?
3) Che faceva l’opposizione in quegli anni e cosa fa nel 2009?
4) I governi regionali che si sono succeduti negli anni interessati dormivano? Eppure esisteva la figura del sub commissario all’ambiente, persona attiva e operativa (perlomeno così sembrava a noi cittadini)!

venerdì 13 novembre 2009

a Papa Benedetto XVI e Karol Wojtyla


Post per Benedetto XVI e Karol Wojtyla

Pare che Papa Benedetto XVI navighi in internet e risponda personalmente alle e-mail dei fedeli. Vado sul motore di ricerca e digito “Papa Benedetto XVI”. L’elenco è lungo.
Su di Lui, associazioni e privati cittadini hanno aperto blog e siti che affiancano quelli ufficiali del Vaticano, ma, da una veloce e forse poco attenta visione, nonostante la chilometrica sequela d’indirizzi non è risultato nessun contatto diretto con il Santo Padre.
Peccato!, sarei voluto entrare nel blog, vedere con i suoi occhi la società attuale e magari, perché no, leggere qualche notizia confidenziale scambiata con Papa Wojtyla.
Karol Wojtyla, l’uragano di passione, amore e fede che trasformò il mondo. Le Sue toccanti parole, il gesto di dissenso contro quel male che lo costrinse a ridimensionare viaggi e udienze negli ultimi anni della sua vita sono ancora vivi in ognuno di noi e di tutti quelli che lo hanno seguito. Molti uomini, laici e religiosi, hanno visto in Lui la figura carismatica dell’Uomo Sensibile attento alle esigenze dell’altro: un vero Pastore di anime. Il mondo intero, laico, cristiano e le altre confessioni religiose guardavano a Lui con rispetto, infatti, è stato il primo Papa, nella storia della Chiesa Cristiana, che sia riuscito a riunificare tutti i rappresentati religiosi del mondo per innalzare una preghiera corale a quell’Entità Superiore dai molti Nomi: Dio, Buddha, Allah, Krishna…
Ecco, se fosse ancora tra noi e potessi parlare con Lui come a un Padre, visto lo stato in cui versa la maggior parte degli uomini, gli chiederei d’intervenire ancora una volta a favore della gente sofferente nel corpo e nell’anima per la perdita dei valori morali, la crisi economica, politica e sociale; effetti prodotti dai processi di bassa politica operata nel mondo.

Roberto Saviano, da Gomorra in poi, il successo della denuncia


Visibilità mediatica, divulgazione e propaganda sono elementi fondamentali per quanti vogliono esporre prodotti di uso comune, popolari o d’elite, merce culturale o effimera.
Il prodotto esposto deve suscitare interesse e curiosità; sfiorare, penetrare e smontare problematiche che abbiano eco popolare. Quando il pubblico risponde alle sollecitazioni vuol dire che l’operatore ha centrato appieno il problema e nel caso di Roberto Saviano pare che una città intera e non solo abbia risposto per sollevare Napoli dal grido d’aiuto soffocato dalla paura.
Impotenza e paura dettate dalla violenza territoriale esercitata da personaggi malavitosi e arroganti, che non si pongono problemi a eliminare gli ostacoli dei loro sporchi affari siano essi uomini, donne o bambini. Amici e fiancheggiatori sono tutelati e protetti; i soldi non mancano. Alcuni sono inseriti nelle imprese compiacenti e altri, se posseggono carisma, in politica. La rete dei contatti abbraccia organizzazioni di categorie sociali insospettabili.
Bene! Denuncia fatta! Amplificata! E ora? Si chiede la gente interessata.

Nell’attesa che qualcosa cambi, alcuni soggetti, per commercializzare nelle bancarelle popolari dei mercati mediatici fatti e notizie, e avere audience, cavalcano l’onda del momento; realizzano reportage nei territori descritti da altri e picconano i derelitti; quelli che dovrebbero essere tutelati dalla società sana, finalmente informata dei fatti, sono violentati dai riflettori: il giornalista li incalza, spinge la porta; la telecamera sbircia dentro casa per rubare attimi di terrore, quasi a colpevolizzare il sentimento di paura provocato dall’isolamento istituzionale o dalla collusione di alcuni loschi personaggi che hanno permesso lo status quo. Per rendere la trasmissione accattivante qualcuno ha pensato di sceneggiare alcuni momenti clou: finzione e realtà si mischiano in un lasso di tempo frammezzato da pubblicità e scontri verbali faziosi. Certi ospiti difendono l’indifendibile, rasentano la collusione col potere palesemente, infischiandosene o eludendo la verità oggettiva dei fatti documentati e analizzati da differenti punti di vista.
Conclusione: nulla di nuovo sotto il cielo! Lo Stato è assente perché impossibilitato all’azione educativa da carenze strutturali o legislativi. Nel versante opposto l’antistato persegue concreti obiettivi: pizzo, traffico di armi droga rifiuti tossici e umani.
I forti continuano a irrobustirsi, allacciano rapporti e intessono alleanze; all’occasione, forti coi deboli e mappine (canovacci) coi più forti; indegni anche di quella romanzata onorata società dei tempi passati.

giovedì 12 novembre 2009

seconda guerra mondiale, muro di Berlino e facce di bronzo


Il clima di precarietà che si vive in Italia determina sfiducia nelle istituzioni e nei concittadini delle periferie deturpate dalla cultura dell’arrangiarsi.

La caduta del muro di Berlino avrebbe dovuto essere l’avvio per la riunificazione di una città, Berlino, appunto e una nazione, la Germania, che ha provocato e perso una guerra progettata da menti malate alla guida della nazione, i quali, inneggiavano manie di grandezza e supremazia razziale del popolo tedesco. Una guerra che ha coinvolto il mondo intero; scaturita e incentrata su ideologie demenziali basate sulla nascita, quindi dna selezionato geograficamente che dava, secondo il delirio d’onnipotenza di una fantomatica razza ariana, come risultato il super eroe, bello alto biondo e macho non circonciso; ma, ironia della sorte, il capo carismatico, quello che teorizzava l'antisemitismo era ebreo da parte materna e non possedeva i requisiti da lui stesso sanciti, però i più non lo sapevano o hanno voluto ignorarlo. Lui, il capo, mediocre pittore, usava divise imbottite e rialzi nelle calzature per mascherare difetti fisici. In compenso è stato un grandissimo oratore e trascinatore di popolo; ha saputo tessere alleanze con gli Stati europei geograficamente strategici per il suo piano d’azione proteso al domino del mondo; e il seguito della storia è di domino pubblico: dopo indicibili sofferenze la guerra fu vinta dall’intelligenza solidale di tutti i popoli coinvolti. Ma come spesso accade, i due grandi vincitori Russia e America, hanno riscritto storia e confini geografici e Berlino fu divisa. Iniziava la guerra fredda. Non più bombe ma bombardamenti psicologici da una parte e dall'altra del globo terrestre. Le due superpotenze e i rispettivi alleati adoperavano mezzi di comunicazione di massa, cospicui fondi in denaro, approviggionamenti e ogni mezzo possibile per recuperare consensi.
L’abbattimento del muro avrebbe dovuto servire a riappacificare Europa e Stati Uniti d’America; due grandi fronti ideologici mondiali condizionati da filosofie di pensiero opposte: il socialismo reale Sovietico e la democrazia capitalista americana.
Gli avvenimenti storici, allo stato attuale, sembra non facciano riflettere più nessuno se non nelle occasioni calendarizzate da premi di varia natura e meeting di superpotenze economiche.
Allo stato attuale, il cittadino in Italia si sente solo in balìa di forze oscure; tradito dalla brutta politica se ne allontana; preferisce occuparsi d’altro magari anche di attività effimere che per un attimo lasciano l’illusione di esistere, essere entità fisica. E se lo stato mentale che induce le persone alla superficialità epidermica del vivere quotidiano malauguratamente incontra il gatto e la volpe di collodiana memoria e lascia che siano loro a gestire l’esistenza niente di più facile che si perdano per strada le ricchezze di una o più vite umane come già accaduto.
Demonizzare qualcuno o qualcosa, sia esso uomo o territorio, serve solo a innescare reazioni soggettive imprevedibili consequenziali al terrore psicologico scaturito dalla notizia diffusa e recepita. Nello specifico:
Il caos mediatico di questi giorni inerente ai temi della giustizia, immunità parlamentare, disagi sociali, disastri ambientali, caccia al rom e all’extracomunitario, chiusura di grandi fabbriche e aziende, perdita del lavoro, scudo fiscale, morti in carcere... insomma, la gestione partigiana di certa politica non lascia i cittadini tranquilli. Grazie a Dio, nel marasma generale sembra che qualcuno mantenga fede al giuramento fatto alla Bandiera della Repubblica Italiana. Un ringraziamento sentito a quanti, parlamentari, imprenditori, intellettuali ecc., lavorano seriamente per il bene comune della società intera.

mercoledì 11 novembre 2009

Regione Calabria: aiuti agli ultracinquantenni, bando e domanda di ammissione


Regione Calabria

REGIONE CALABRIA
DIPARTIMENTO N.10 LAVORO, POLITICHE DELLA FAMIGLIA, FORMAZIONE
PROFESSIONALE, COOPERAZIONE E VOLONTARIATO


AVVISO PUBBLICO

Manifestazione di interesse per l’individuazione di lavoratori ultracinquantenni
per la concessione di contributi per la prosecuzione volontaria della
contribuzione. (Delibera Giunta regionale n. 510 del 28 luglio 2008).

PREMESSE

La crisi occupazionale in Calabria è una priorità che la Giunta Regionale intende affrontare con
interventi adeguati e in coerenza con le linee di orientamento per l’occupazione definite dall’Unione
Europea, oltre che con la strategia di Lisbona.

Le problematiche del precariato possono trovare soluzione attraverso un collegamento con le
politiche per l’occupazione e con le politiche economiche, nonché allorquando vengano attivate
azioni orientate alla eliminazione dei fenomeni di marginalizzazione di carattere sociale ed
economico.

La Giunta Regionale con proprio atto n. 350 del 6 giugno 2009 ed ai sensi dell’art. 2 della Legge
regionale 13 giugno 2008, n. 15, con il parere positivo della competente Commissione Consiliare
che ne ha rimodulato l’articolazione finanziaria, ha approvato il Piano di reinserimento
occupazionale 2009 che prevede, tra l’altro, azioni in favore di lavoratori ultracinquantenni che non
si trovino più nelle condizioni di utilizzare gli ammortizzatori sociali – o che non vi abbiano mai
potuto usufruire -al fine di agevolare il raggiungimento dei requisiti pensionistici.

ARTICOLO 1

Disposizioni generali

La Regione Calabria (di seguito la Regione) intende procedere, al fine di agevolare il
raggiungimento dei requisiti pensionistici, alla selezione di lavoratori dipendenti disoccupati
calabresi ultra cinquantenni ai quali occorrano meno cinque anni di contribuzione. Sono interessati
dal presente avviso:


coloro i quali abbiano cessato di usufruire del trattamento degli ammortizzatori sociali;

coloro per i quali non si siano verificate le condizioni per usufruire degli ammortizzatori
sociali pur avendo prestato un’attività di lavoro subordinato;


coloro i quali abbiano versato almeno un anno di contribuzione negli ultimi due anni oppure
almeno 3 negli ultimi cinque anni e che siano in possesso, alla data del 1° gennaio 2009,
dei requisiti di ammissione alla contribuzione volontaria, secondo la normativa contributiva
vigente.
E’ riconosciuta una indennità mensile pari alla quota necessaria per coprire il costo della
contribuzione occorrente per il raggiungimento del diritto alla pensione.

L’Amministrazione erogherà direttamente le somme alla sede regionale dell’Inps, previa stipula di
apposita Convenzione.

ARTICOLO 2

Requisiti per la partecipazione

Possono partecipare alla selezione esclusivamente i lavoratori disoccupati che si trovino in una delle
condizioni indicate all’art. 1 e che possiedono i seguenti requisiti:


cittadinanza italiana;

godimento dei diritti civili e politici;

disoccupato ex lavoratore dipendente;

non aver percepito indennità o sussidi legati allo stato di disoccupazione e/o altri trattamenti
previdenziali o assistenziali aventi natura similari, nei limiti fissati dal contratto di servizio
che il beneficiario dovrà sottoscrivere con la Regione.
ARTICOLO 3

Modalità e termini di presentazione della domanda

1. Al fine di partecipare alla presente procedura, i soggetti interessati devono presentare domanda
redatta in carta semplice secondo il facsimile allegato debitamente sottoscritto.
2. La domanda di partecipazione e la documentazione richiesta devono pervenire in busta chiusa al
seguente indirizzo: “Direzione generale Dipartimento n.10 Lavoro, Politiche della Famiglia,
Formazione professionale, cooperazione e Volontariato -Via Lucrezia della Valle -88100
Catanzaro” entro e non oltre il termine di 45 giorni a decorrere da quello successivo alla
pubblicazione del presente avviso sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria (BURC). Nel caso
in cui detto termine scada in giorno festivo, si intende prorogato al primo giorno feriale
immediatamente successivo. E’ ammessa la consegna a mano (a seguito della quale sarà rilasciata
apposita ricevuta), oppure l’invio per raccomandata con ricevuta di ritorno (fa fede il timbro postale
di accettazione).
3. Nella domanda devono essere dichiarati:
a) i dati anagrafici;

b) l’appartenenza ad una delle categorie di cui all’art. 1;

I soggetti interessati dovranno produrre, unitamente alla domanda ed a pena di irricevibilità della
stessa:

1) una copia fronte-retro del documento di identità, in corso di validità, debitamente
sottoscritto dall’interessato;


2) scheda anagrafica rilasciata dal Centro per l’Impiego competente.

E’ fatta salva la facoltà della Regione di verificare quanto dichiarato dal lavoratore, con
l’avvertenza che, in caso di esito negativo dell’accertamento, la Regione procederà d’ufficio
all’esclusione.

ARTICOLO 4

Istruttoria delle domande

La Regione procederà alla verifica della regolarità delle domande e della relativa documentazione,
nonché dei requisiti di ammissione dei partecipanti. La valutazione delle domande ritenute
ammissibili avverrà sulla base dei criteri sotto elencati

Lavoratori che costituiscono il 10% dell’abbattimento previsto per la concessione e/o il rinnovo
dei trattamenti in deroga delle CIGS e delle Mobilità, che risultano dagli accordi istituzionali
territoriali e che non godono di altre d’indennità o sussidi legati allo stato di disoccupazione e/o
altri trattamenti previdenziali o assistenziali aventi natura similari, nei limiti fissati dal contratto
di servizio che il beneficiario dovrà sottoscrivere con la Regione1
Punti 10
Lavoratori che hanno cessato di usufruire di qualsiasi forma di ammortizzatori sociali sia
ordinaria sia in deroga
Punti 8
Lavoratori che non hanno potuto usufruire di nessuna forma di ammortizzatori sociali, in
quando non ne esistevano le condizioni
Punti 7

Vengono, inoltre, assegnati i seguenti punteggi in base agli anni che occorrono per il
raggiungimento del requisito della pensione:

Lavoratori cui occorrono cinque anni Punti 1
Lavoratori cui occorrono quattro anni Punti 2
Lavoratori cui occorrono tre anni Punti 3
Lavoratori cui occorrono due anni Punti 4
Lavoratori cui occorre un anno Punti 5

Gli esiti della verifica e la graduatoria dei destinatari redatta sulla base dei punteggi conseguiti nella
fase di valutazione, vengono sottoposti all’approvazione con appositi decreti del Dirigente del
Settore competente e pubblicati sul BURC della Regione Calabria.

Avverso le graduatorie e i provvedimenti di esclusione è ammessa la tutela in sede amministrativa e
in sede giurisdizionale nel rispetto delle forme e dei termini previsti dalla normativa vigente.

La pubblicazione delle graduatorie sul BURC Calabria è da considerarsi a tutti gli effetti notifica ai
soggetti interessati.

La Regione garantisce il finanziamento dei soggetti ritenuti idonei nei limiti delle risorse finanziarie
disponibili o di quelle rinvenienti con successivi atti di impegno .

Le risorse da destinare per il finanziamento degli interventi previsti nel presente avviso ammontano
ad € 3.703.140.

Le modalità di erogazione delle agevolazioni previste saranno specificate nel contratto di servizio
che il beneficiario dovrà sottoscrivere con la Regione.

1 La legge 22 dicembre 2008, n. 203 ( Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – Finanziaria 2009 ) Art. 2,
comma 36, prevede la concessione, anche senza soluzione di continuità dei trattamenti di cassa integrazione guadagni straordinaria, di mobilità e di
disoccupazione speciale, a condizione che ci sia stata una riduzione nella misura del 10% del numero dei destinatari dei trattamenti scaduti al
31/12/08


ARTICOLO 5


Ai sensi dell’art. 13 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, si informano i candidati che il
trattamento dei dati personali da essi forniti in sede di partecipazione alla selezione o comunque
acquisiti a tal fine dalla Regione Calabria è finalizzato unicamente all’espletamento delle attività
concorsuali ed avverrà a cura delle persone preposte al procedimento concorsuale, anche da parte di
eventuali commissioni di valutazione, con l’utilizzo di procedure anche informatizzate, nei modi e
nei limiti necessari per perseguire le predette finalità, anche in caso di eventuale comunicazione a
terzi. Il conferimento di tali dati è necessario per valutare i requisiti di partecipazione e il possesso
di titoli e la loro mancata indicazione può precludere tale valutazione.
Ai candidati sono riconosciuti i diritti di cui all’art. 7 del citato decreto legislativo n. 196/2003, e in
particolare, il diritto di accedere ai propri dati personali, di chiederne la rettifica, l’aggiornamento e
la cancellazione, se incompleti, erronei o raccolti in violazione della legge, nonché di opporsi al loro
trattamento per motivi legittimi rivolgendo le richieste alla “Regione Calabria – Dipartimento n.10
Lavoro, Politiche della Famiglia, Formazione professionale, cooperazione e Volontariato – Via
Lucrezia della Valle – 88100 Catanzaro.

ARTICOLO 6

Responsabile del procedimento

1. Il responsabile del presente procedimento, ai sensi e per gli effetti di cui alla L. 241/90 e
successive modificazioni ed integrazioni, è il Dott. Giuseppe Campisi.
2. Per informazioni relative alla presente procedura è possibile utilizzare il seguente indirizzo mail:
autorità.gestione.FSE@regcal.it.
ARTICOLO 7

Pubblicazione dell’avviso

Il presente avviso è pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria (BURC), sul sito
internet www.regione.calabria.it e sarà data notizia della sua pubblicazione a mezzo stampa.

Il Dirigente generale

Dott.ssa Marinella Marino


ALLEGATO -FACSIMILE DI DOMANDA

REGIONE CALABRIA
DIPARTIMENTO N.10 LAVORO, POLITICHE DELLA FAMIGLIA, FORMAZIONE
PROFESSIONALE, COOPERAZIONE E VOLONTARIATO


Via Lucrezia della Valle
88100 CATANZARO

Domanda di partecipazione relativa alla manifestazione di interesse per
l’individuazione di lavoratori ultracinquantenni per la concessione di contributi
per la prosecuzione volontaria della contribuzione. (Delibera Giunta regionale n.
510 del 28 luglio 2008)

Il/La sottoscritto/a______________________________ nato/a a ________________________( )
il_______________, residente a __________________________________________________( )
CAP_________________in Via/Piazza________________________________________________
(C.F.__________________________________________),

CHIEDE

di essere ammesso/a a partecipare all’avviso relativo all’individuazione di lavoratori
ultracinquantenni per la concessione di contributi per la prosecuzione volontaria della
contribuzione. (Delibera Giunta regionale n. 510 del 28 luglio 2008).

A tal fine, ai sensi degli artt. 46 e 47 del D.P.R. 28 Dicembre 2000 n. 445 e consapevole delle
sanzioni penali previste in caso di dichiarazioni mendaci, sotto la propria responsabilità,

DICHIARA

di aver cessato di usufruire del trattamento degli ammortizzatori sociali, o che non era nelle
condizioni di usufruirne pur avendo prestato un’attività di lavoro subordinato;

Dichiara, altresì:

-di ben conoscere l’avviso pubblico pubblicato sul BURC e sul sito internet della Regione
Calabria www.regione.calabria.it e di accettarlo espressamente ed incondizionatamente.

Allega:

-la dichiarazione in autocertificazione della veridicità delle informazioni rese, ai sensi e per gli
effetti degli artt. 46 e 47 D.P.R. n. 445/2000;
-scheda anagrafica rilasciata dal Centro per l’impiego competente;


-copia fronte-retro del documento di identità in corso di validità, debitamente sottoscritta.

Dichiara, infine:

di voler ricevere le comunicazioni relative alla presente procedura al seguente indirizzo di posta
elettronica (e-mail)_________________________________________________o al seguente
numero di fax ___________________ e di eleggere il seguente domicilio presso il quale potrà
essere effettuata ogni comunicazione relativa alla presente domanda:
Via ________________________________________________ n.______ C.A.P.______________

Città ____________________________________(_______) Tel. ___________________________

Distinti saluti.

(Luogo e Data)

(firma non autenticata)

come usare i segni d'interpunzione (:,;.)


Aldo Gabrielli, lessicografo, glottologo e letterato, nel suo trattato “si dice o non si dice?”, analizza aspetti e schemi costruttivi della lingua italiana e chiarisce quanto le grammatiche non dicono; e per me, ragazzo scapestrato, contrario a ogni forma d’imposizione e alle figure dispotiche, tra le quali collocavo i prof, è stato di grande aiuto. Ha chiarito, finalmente, e convalidato quanto da me, mediocre studente, supposto e sostenuto in contrapposizione ai concetti inculcati dai prof privi di creatività che pretendevano concetti brevi e (cir)concisi.
L’argomento che mi sollevò dalle preoccupazioni formali e dai profondi dubbi accentuati negli anni scolastici da un’avvenente prof, è quello riguardante i segni d’interpunzione laddove assicura, autorevolmente, l’assenza di una regola fissa che stabilisca tassativamente come o quando debbano essere usati i segni della punteggiatura.

“…Poiché questi segnetti, piccoli ma importanti, che collochiamo qua e là nei nostri scritti hanno,
come tutti sappiamo, la funzione di pause tra l’uno e l’atro concetto – e di pause lunghe più o meno secondo la nostra precisa ed esclusiva intenzione- essi non possono, ovviamente, essere legati a un sistema fisso di collocazione. Essi fanno parte, piuttosto, dello stile stesso di chi scrive. Perciò c’è chi punteggia con abbondanza e chi con parsimonia, chi dà, poniamo, alla virgola un certo valore di pausa e chi un altro; chi ama fare i periodi brevi, e ricorre quindi a frequenti punti fermi, e chi preferisce invece i periodi lunghi, e di punti fermi ha perciò raro bisogno. Certo è che punteggiare con logica e misura fa parte strettissima dello scrivere bene.
Dirò, come consiglio generale, che non bisogna mai fare un uso esagerato della punteggiatura; l’eccesso di virgole, di punti e virgola, di due punti eccetera può dare, anziché colore ed efficacia, un andamento affannoso e zoppicante.”

Perché mi è capitato nel 1981 questo libro tra le mani e non negli anni in cui la prof d’italiano mi scombussolava le virgole?

lunedì 9 novembre 2009

cittadinanza attiva


Cittadinanza attiva

Negli stati democratici, tutti i cittadini, indistintamente, devono dare, secondo le proprie energie, l’apporto necessario per migliorare lo stato di benessere collettivo attraverso il lavoro, lo studio, la ricerca, l’arte, la cultura, lo sport, la politica e perché no, anche il cazzeggio, a completamento dei molteplici microcosmi che compongono la società.
Considerando, quindi, le azioni dell’uomo positive, è da apprezzare chiunque voglia dedicare il proprio tempo per servire il prossimo e migliorare il benessere della collettività.
Paladini, uomini e donne eticamente irreprensibili, che lottano, quindi, per debellare i mali oscuri che insozzano, mortificano e depredano la società.
Campioni ognuno nel proprio campo d’azione che lavorano per migliorare se stessi e l’altro:
L’artista suggerisce poetiche creative, il docente forma e guida le giovani menti, lo sportivo tonifica il corpo, l’attore, il fantasista, il cabarettista sprigiona ilarità e invita a riflettere…

È auspicabile, in virtù di quanto accennato, che una schiera di paladini senza macchia e senza paura scenda in campo a difesa e tutela dei deboli; di quanti non hanno tranquillità economica e sociale, certezze presenti e future; insomma, di quanti sono privati della dignità di vivere in uno Stato di Diritto, non cambiando mestiere o casacca ma impegnandosi ulteriormente laddove è più indicato il loro agire.
A ognuno il suo! Guidare il destino degli uomini è un’azione combinata di cultura, strategie, riflessione, determinazione, consapevolezza: conoscenza!
L’esperienza di tipografi, palazzinari, impresari, scienziati, calciatori, giornalisti, pornostar ecc. prestati alla politica serve a migliorarla? E nello specifico, una persona che conosce i segreti della lavorazione, conservazione, commercializzazione del pesce, è sprecata tra gli scranni della politica? Quanto è accaduto fino ad oggi, non lascia spazio a dubbi!
Allora? Meglio una scuola di pensiero che rilanci la politica attraverso saggi maestri e degni adepti che, pur nella diversità ideologica, sappiano gestire solidalmente interessi comuni e cittadini, fino a quando questi ultimi non avranno maturato una coscienza pura di cittadinanza attiva.

domenica 8 novembre 2009

Pop art e Nouveau Réalisme: America vs Europa


1960, Pop Art e Nouveau Réalisme, America vs Europa.
La mercificazione dell’arte, asservita al potere economico e politico delle lobby dominanti, pilota concetti e gusti visivi, sovverte i valori delle operazioni genuinamente Culturali e, nel caso della cosiddetta pop art americana tesaurizza nel tempo il prodotto kitsch di largo consumo.
L’esempio storico è testimoniato da artisti, studiosi e cronisti che hanno vissuto l’episodio dello “sbarco” americano alla biennale di Venezia del 1964.
Enrico Baj, artista italiano, così ricorda l’episodio nel suo libro “L’ecologia dell’arte”: La giuria internazionale supinamente accettò di dare il gran premio della Biennale a Rauschenberg perché così si aveva da fare. Ma quando il verbale era già steso e il premio deliberato, ci si accorse che entro il recinto della Biennale non era esposta neanche un’opera di Rauschenberg, che si dovette di corsa e in gran segreto recuperare e mettere in mostra nel padiglione americano.
Mentre alcuni cronisti del tempo così descrivono la scena dello sbarco:
Le opere arrivate da oltreoceano appartengono ad artisti della scuola newyorkese della Pop Art, promossa e sostenuta in America dal gallerista italo-americano Leo Castelli.
I lavori sono scortati dalla Sesta Flotta della Marina Militare Americana, schierata in formazione di combattimento per mettere il territorio in sicurezza, presidia tutti gli spazi disponibili, dai giardini della Biennale, al consolato Usa fino al teatro della Fenice.
Non v’è dubbio che l’operazione commerciale attuata dagli organismi americani, riuscì appieno; in maniera scientifica coinvolsero artisti e canali intellettuali europei.
Gli americani, negli anni sessanta, furono sovrastimati a danno dei maestri dell’avanguardia storica e della grande arte classica e rinascimentale europea e oggi vivono di rendita sulla falsa riga di un’arte popolare nata a New York.
Rauschenberg non si limita solo alla pittura, nelle sue composizioni introduce elementi materici, oggetti, addirittura animali impagliati, operando una fusione fra questi e la pittura alla quale non rinuncia mai. Il nome che l'artista dà ai suoi assemblaggi alchemici, composti di pitture e oggetti è combine-paintings, ossia pitture combinate. Niente di nuovo, comunque: già i dadaisti avevano adoperato un linguaggio simile in tono dissacratorio nel dopoguerra per contestare un modello culturale bacato. Ma lui, Rauschenberg, non si limita alla semplice, commerciale stampa serigrafica!, gioca con il materiale che accumula nello studio, utilizza tutto ciò che gli capita sottomano per creare armonie creative e per il modo di usare gli oggetti di uso comune è accostato alla pop art. Forse, per questo gli fu assegnato il premio internazionale alla biennale di Venezia del 1964.
Jhons, Dine, Oldenburg, Lichtenstein, Andy Warhol e altri, rappresentano in senso maestoso il sistema visivo, pubblicitario e consumistico della merce/icona della pop art americana e del mondo moderno.
Mimmo Rotella, artista catanzarese (7 ottobre 1918), nel 1958 ebbe, come amava dire, un’illuminazione zen davanti ai manifesti lacerati, che pubblicizzavano film sui muri della città. Intuì la forza evocatrice dello strappo; la poesia proposta dalle porzioni di messaggi antecedenti, dai colori sbiaditi, dal segno tipografico differente in quanto a grandezza, colore e forma del carattere. Con estrema sensibilità, Mimmo Rotella, evidenziava o scopriva; graffiava la carta del manifesto, interveniva con la pittura; incollava e accumulava in teche di plexiglas i manifesti pubblicitari. Declamò poesie fonetiche suggerite dai versi dei pastori calabresi; lavorò sui retro d’affiches. Questa, in estrema sintesi la sua azione creativa più conosciuta grazie all’incontro del 1960 con il critico d’arte francese Pierre Restany teorico del Nouveau Réalisme, che trasformò un gruppo variegato di autori francesi e italiani in movimento culturale in contrapposizione al new dada e alla pop art americana. Nel 1961, a Nizza, Restany organizza il primo festival del nouveau réalisme che registra un notevole successo, personale e di pubblico.
Mimmo Rotella, viaggia molto, visita il Nepal e l’India; lavora in Francia, Italia e America. Nel 1980 si stabilisce a Milano dove muore il 9 gennaio 2006.

mario iannino

sabato 7 novembre 2009

Giunta Loiero: fondi di solidarietà per i lavoratori espulsi dalle azinde in Calabria



La giunta Loiero per il sociale: fondi per i lavoratori in difficoltà espulsi dalla aziende.
Nei bandi per il reinserimento occupazionale delle persone svantaggiate, il Presidente della giunta regionale della Calabria Agazio Loiero e l’assessore al lavoro Maiolo, sono parte attiva, visti i problemi occupazionali contingenti, nell’aiutare le persone a vivere con dignità e serenità gli anni della vecchiaia.
Infatti, per quanti sono fuori dal mercato del lavoro e non hanno maturato i requisiti per raggiungere la pensione sociale, la giunta ha deliberato “il Piano di Reinserimento Occupazionale 2009”.

Di seguito la nota divulgata dall’ufficio di presidenza della giunta in merito ai problemi occupazionali dei cinquantenni calabresi.

Salvaguardare i lavoratori in gravi difficoltà economiche e con scarse possibilità di reinserimento nel mondo del lavoro. Questo l'obiettivo di due bandi (stanziamento complessivo 8 milioni di euro) per favorire il ricollocamento dei disoccupati che non possono usufruire degli ammortizzatori sociali e incontrano difficoltà nel trovare un nuovo impiego in ragione dell'età o di una professionalità poco definita.
I bandi fanno parte del Piano di reinserimento occupazionale 2009, approvato dalla Giunta nel giugno scorso e rimodulato nell'articolazione finanziaria proprio per far fronte alle difficoltà dei soggetti più “deboli” e meno tutelati.
Il primo bando prevede lo stanziamento di 4 milioni di euro in favore dei lavoratori espulsi da aziende con meno di 15 dipendenti e che non possono dunque accedere agli ammortizzatori sociali o di quelli che hanno cessato di usufruirne o, ancora, sono rimasti esclusi dagli accordi perché non in possesso dei requisiti necessari. Con le risorse stanziate, saranno dunque concessi sussidi ai lavoratori che non godono di alcuna forma di sostegno attraverso la loro utilizzazione in attività socialmente utili e di pubblica utilità all'interno di amministrazioni o enti pubblici, società a partecipazione pubblica, cooperative sociali o loro consorzi.
Il secondo bando persegue l'obiettivo di consentire il raggiungimento dei requisiti pensionistici ai disoccupati calabresi ultra-cinquantenni ai quali occorrano meno cinque anni di contribuzione. Grazie allo stanziamento previsto (3 milioni e 700 mila euro) la Regione potrà riconoscere, ai lavoratori selezionati attraverso un'apposita graduatoria, un'indennità mensile pari alla quota necessaria per coprire il costo della contribuzione occorrente per il raggiungimento del diritto alla pensione.
Queste categorie di lavoratori, secondo la Giunta regionale che ha approvato il Piano e la Commissione consiliare competente, costituiscono il target più a rischio di esclusione sociale e necessitano dunque di interventi mirati che ne favoriscano il ricollocamento nel mondo del lavoro.
La Regione intende così rispondere alle urgenze poste dall'attuale crisi occupazionale e ridurne l'impatto sulle condizioni di vita dei lavoratori.
Soddisfatto l'assessore alle Politiche sociali e al Lavoro, Mario Maiolo: “Fra il 2008 e il 2009 abbiamo avuto una crescita degli ammortizzatori sociali sugli over 50 del 360 per cento. Si tratta di disoccupati che difficilmente potranno essere ricollocati. Queste evidenze – ha detto l'assessore Maiolo – ci hanno spinti a intervenire su queste categorie in maniera razionale ed efficace. E noi pensiamo che favorire il reinserimento di lavoratori poco qualificati attraverso i sussidi, 'accompagnare' un ultra-cinquantenne al pensionamento sia un buon modo per aiutare queste persone a vivere con dignità e un po' più di serenità un momento economico davvero difficile”.

venerdì 6 novembre 2009

citazioni in arte




I vernissage si susseguono, inviti di conoscenti, amici e sconosciuti riempiono la buca delle lettere, fanno squillare il telefono e poiché amo conoscere i molteplici volti della creatività umana, con profondo interesse organizzo visite e incontri.
Ogni volta che vado a visitare una mostra d’arte, davanti all’opera, mi sorge spontanea una domanda:
Quale meccanismo mette in movimento la creatività in questa persona e la spinge a esternarla?
Ovviamente, non sempre ciò accade, specie se mi trovo davanti a lavoretti artigianali o “stanchi” nel senso che ripetono una filastrocca già sentita fino alla noia; ma nel momento in cui queste domande si affacciano, significa che sono al cospetto di Opere degne di essere conosciute. A quel punto inizia il terzo grado all’artista; un interrogatorio soffice ma incalzante che mira a conoscere la personalità vera, quella fatta d’incertezze, slanci, riflessioni e visioni del mondo. Ma prima di dialogare con lui ho scandagliato i lavori; ho valutato la corposità del messaggio artistico, l’esecuzione e anche la tecnica che, immancabilmente spinge a cercare una relazione coi linguaggi noti della storia dell’arte. Eventuali evoluzioni linguistiche rivoluzionarie, suffragate dall’artigianalità dell’operatore, spesso invitano a volare alto, ripercorrere correnti artistiche sviluppate da personaggi singolari così da poter legare filologicamente presente e passato.
È quasi come incontrare una giovane coppia con la prole. Si cerca sempre una somiglianza coi genitori.
Non esiste il primato creativo nell’arte! L’arte è osservazione e rivisitazione del già Creato!
La genialità consiste nel sapere osservare e visualizzare il concetto con originalità. Ciò vale per le arti visive come per le altre attività umane.

giovedì 5 novembre 2009

da J. Christo a M. Iannino


©mario iannino

Alla maniera di Christo


Chi o quanti, tra adulti e bambini, sono rimasti turbati, shoccati, traumatizzati da perdere il sonno alla visione di un crocefisso? Quanti sono diventati serial killer? Stupratori, ladri, imbroglioni, mistificatori, despoti…
Bèh, se il risultato della visione di un simbolo che ricorda la pena di morte data dagli ebrei a ladri e malviventi d’Israele più di duemila anni addietro, e che, per i devoti, oggi, accorpa in sé concetti d’amore e di perdono incondizionato a quanti lo hanno insultato, deriso, mortificato e ucciso è così catastrofico per la delicata psiche di certa gente, allora è bene che questa gente così sensibile da intentare causa allo Stato Italiano eviti musei, chiese, luoghi di culto e monumenti; stia lontana dalle deleterie opere d’arte che hanno segnato e che continuano a segnare i percorsi dell’umanità! In poche parole: non devono vivere in Italia. Perché l’Italia è un enorme museo all’aperto e certa gente potrebbe farsi male per troppa, eccessiva cultura!
Le persone realmente sensibili penetrano il dato meramente visibile delle cose; sondano i molteplici aspetti racchiusi nel simbolo cristiano senza soffermarsi all’aspetto esteriore: vanno oltre al proprio naso. E ciò vale in tutti i campi dello scibile umano.

In arte, un singolare signore di nome Christo, all’inizio degli anni sessanta occulta pezzi di arredi urbani, ma non per questo i palazzi impacchettati cessano di esistere. Tutt’altro! L’impacchettamento dei maestosi monumenti suscita curiosità in quanti davano per scontato ruolo e esistenza dell’oggetto occultato.
Lo scossone visivo sembra destare interesse nell’opinione pubblica; sia se creato dall’uomo o dalla natura. Concettuale perché veicolato dall’uomo o evento naturale, il fare destabilizzante dei fatti condiziona le menti e rivitalizza l’ovvio.
Uno scossone analogo lo ha provocato nelle coscienze Cristiane la sentenza della Corte europea di Strasburgo nel definire coercitiva l’esposizione pubblica del Simbolo Cristiano: il Crocefisso.
La reazione di fedeli e laici alla sentenza è giustificata se si pensa alla cultura e alla tradizione cristiana che ha accompagnato generazioni intere di italiani.

Christo Vladimirov Javacheff, nel suo manifesto artistico asserisce: “Gli impacchettamenti? Nessuno può comprare queste opere, nessuno può possederle, nessuno può commercializzarle, nessuno può vendere dei biglietti per vederle. Il nostro lavoro parla di libertà”.

Ecco, in sintesi, spiegata, direttamente dall’artista, l’intenzionalità del suo operare. E nel segno della libertà, noi Italiani, che subiamo un verdetto poco chiaro, pur coscienti che il Simbolo in sé non determina in tutti la credenza della pienezza di Fede nel Salvatore Gesù, riteniamo che non sia affatto coercitivo per i credenti di altre dottrine religiose la sua esposizione nelle aule scolastiche.
D'altronde, l’uomo nel suo peregrinare incontra una miriade di persone, ognuno con credenze e usi differenti, si confronta con molteplici etnie e da queste esperienze nasce la cultura cosmica.
Nel campo dell’arte, ciò è avvenuto in parte. Assistiamo spesso alla commistione linguistica che trova il suo fluire spontaneo nel linguaggio visivo universale. Simboli, gesti, grafie primordiali o evolute, diventano lessici istintivi che accomunano razze e idee, seguono il peregrinare umano senza legarsi alla terra natia come nel caso di J. Christo. Ma anche il nostro Gesù, ebreo di nascita, misconosciuto come Messia dalla sua gente, diviene il tassello principe di una Chiesa che ha sede a Roma e proseliti in tutto il mondo.
L’amore per il prossimo, il rispetto della natura, l’esigenza di libertà sono elementi imprescindibili per l’evoluzione interiore. Religiosi, intellettuali e artisti puri né sono coscienti! Perciò operano al di fuori degli egoismi personali o di bandiera.
Passione, follia ingenua, teorie, queste, che trovano riscontro solo nella religione e nell’arte.

Quindi, lontano dall’essere blasfemo o irriverente, tanto per citare il pensiero cattolico secentesco, l’uomo, per capire appieno il creato deve osservare la natura, scoprire le leggi che governano l’universo e adoperarle saggiamente. Gli artisti in generale e Christo nel particolare, credo l’abbiano capito d’istinto; ora, per comprendere appieno l’uomo e l’artista, ripercorriamo alcuni momenti salienti della sua vita, in quanto, quella di Gesù Cristo è nota al mondo intero:
Christo Vladimirov Javacheff nasce nel 1935 a Gabrovo in Bulgaria; compie i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Sofia e nel 1958 si trasferisce a Parigi dove incontra Jeanne - Claude de Guillebon, sua coetanea. Si sposano e decidono di lavorare insieme. Nel ’61 allestiscono la loro prima “personale”. Nello stesso anno creano degli “impacchettamenti” sul porto di Cologne. L’anno seguente, protestano contro il muro di Berlino e in rue Visconti a Parigi organizzano un assemblaggio di grandissime dimensioni con barili d’olio e benzina impilati gli uni sugli altri. Iniziano così numerose proposte, realizzazioni di progetti di impacchettamenti poetici, giganteschi, attraverso i quali vogliono veicolare l’effimero come dimensione estetica e accompagnare l’osservatore distratto verso nuove visioni. Lo spazio antistante non si presenta agli occhi come nella consuetudine giornaliera: è occultato da enormi teli che, adagiati e legati su monumenti, costruzioni o distese incontaminate ne seguono forme e contorni.
La coppia si trasferisce a New York, dove vive e lavora tuttora, nel ’64, e prende la nazionalità americana.
Christo e Jeanne si appropriano degli spazi, drappeggiano, ritagliano, colorano monumenti e paesaggi, restituendo ai luoghi, urbani rurali o marini, una dimensione scultorea assolutamente nuova (Valley Curtain, Running Fence, Surrounded Islands, Biscayne Bay, Pont-Neuf a Parigi, il Reichstag a Berlino ecc…).
Christo e Jeanne-Claude, realizzano gl’interventi sul territorio con i propri mezzi; creano i disegni preparatori che sfociano in varie opere grafiche come litografie e serigrafie, collages, modellini e film la cui vendita serve a finanziare la realizzazione dell’opera vera e propria. “The Gates”, l’ultima loro realizzazione, è presentata a New York all’inizio del 2005. Si tratta di un percorso lungo circa 37 km attraverso Central Park, punteggiato di 7500 portici rivestiti di tende color arancio-zafferano. La loro performance, dal titolo “Sopra il fiume Arkansas”, li vede presenti nel Colorado per l’ennesimo intervento non distruttivo o asservito all’esigenza dell’uomo ma, empatico; vale a dire: azione equivalente al fenomeno di comunione con la natura.

Anche Mario Iannino cela evidenzia e lascia intravedere nuove poetiche. I suoi occultamenti sono, all’occorrenza blandi e inconsistenti, oppure spessi, densi di materia e colore; il velo che separa il “sotto” dal “sopra” dell’opera diventa filtro protettivo di fatti accaduti o che potrebbero accadere. Mentre, le lacerazioni, gli squarci, gl’impasti materici enfatizzano il percorso plastico; rendono lo spazio d’intervento discorsivo e accattivante sotto l’aspetto formale e analitico dei lavori.
Analisi, sviluppate secondo un personalissimo linguaggio visivo, frutto di un trentennio artistico trascorso in solitudine che l’ha portato a valutare in autonomia i percorsi artistici più consoni al proprio sentire. Le sue opere, caratterizzate dal bianco finale che diventa corazza catartica, sono il risultato serio di uno studioso che, in tutta umiltà, scandaglia i linguaggi dell’anima.

mercoledì 4 novembre 2009

Simbologie figurali nelle opere polimateriche di Iannino, artista Calabrese



Simbologie figurali nell’opera di Iannino




Il lavoro artistico di Mario Iannino, esponente della cultura calabrese contemporanea, pone l’osservatore nella condizione di chi cerca, insieme all’autore, suggerimenti e analisi giocose al disordine operato dall’uomo.
L’autore prima e il fruitore poi, scandagliano l’opera, penetrano gli squarci alla ricerca di tracce ataviche che sappiano tacitare angosce, mitigare paure o esorcizzarle.
Il fare artistico è un ri/vissuto atemporale comune, che prende spunto dalla materia usurata dal tempo e dall’uomo. È lo stimolo iniziale del fare artistico; una sorta di lavorio mutevole che si avvale della sensibilità poetica di chi osserva e trasforma con tecniche e attrezzi il dato visivo in linguaggio.
Linguaggio rinnovato dalla plasticità estetica, che riporta alla mente esperienze singolari: un déjà-vu lirico ma focoso, che getta in faccia l’originale problematicità sociale contemporanea.
Il linguaggio di Iannino, attinge nel quotidiano temi e mezzi espressivi in continua mutazione e si avvale della figurazione, del segno essenziale, della materia; che, personalizzati dall’esperienza pittorica e inseriti nel percorso alchemico della combinazione cromatica, materica e segnica, assurgono a puro linguaggio visivo.

amore passione morte nell'opera di M. Iannino



Evidenti simbologie nell’opera di Iannino

Il lavoro artistico di Mario Iannino pone l’osservatore nella condizione di chi cerca, scandaglia la materia di cui è composta l’opera, penetra gli squarci alla ricerca di tracce ataviche; un vissuto atemporale comune. Un ri/vissuto, nuovo dal punto di vista temporale, ma che riporta alla mente le esperienze dei singoli; il linguaggio di Iannino attinge nel quotidiano tema e mezzi espressivi; non disdegna la figurazione, il segno essenziale, la materia che, personalizzati dall’esperienza e inseriti durante il percorso alchemico della combinazione cromatica, materica e segnica, assume personalità e carattere artistico.


martedì 3 novembre 2009

la corte europea dei diritti umani contro il crocefisso nelle scuole




“Il crocifisso appeso nelle aule scolastiche è una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni. Lo sostiene una sentenza emessa all’unanimità da sette giudici della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, presieduti dalla belga Francoise Tulkens, che hanno esaminato il ricorso di una cittadina italiana di origine finlandese.”

Si rimane di stucco a sentire certe notizie. Come se la presenza di un simbolo silenzioso facesse proselitismi incessanti e parlasse per tutto il tempo delle lezioni, inculcasse dogmi e fustigasse i ritrosi alla catechesi cristiana.
A parte le implicazioni umane racchiuse nella figura martoriata dalla crudeltà dei carnefici e dalle allegorie religiose inerenti l’amore per il prossimo, il perdono per le sofferenze e i peccati dell’uomo, chi non si riconosce nei simboli ha facoltà di dissentire; contestare ma non distruggere o eclissare con la forza il segno di riconoscimento di un popolo. È come voler distruggere la bandiera di una nazione perché ostile al modo d’intendere dell’ospite.
Di conseguenza, in ottemperanza alla sentenza, deve essere eliminato qualsiasi simbolo nei luoghi pubblici, religioso, politico, sociale, culturale perché a ben guardare lede sempre l’altrui coscienza poiché l’universo umano è variegato.
Si sta rasentando veramente l’assurdo! In nome di un’ipotetica parità si vuole imporre un cambiamento di rotta radicale della cultura e della società della Repubblica Italiana. Repubblica Sovrana e laica, con proprie leggi che tutela con il Concordato Stato/chiesa, le origini e la diffusione della religione cristiana attraverso l’insegnamento nelle scuole, ma dà, altresì, a quanti non vogliono seguire, l’esonero all’ora di religione in classe. È ovvio che, vivendo in uno Stato Democratico, anche se a maggioranza cristiana, non tutti i cittadini lo sono; esistono diverse confraternite, tant’è che persino con la dichiarazione dei redditi c’è la possibilità di donare l’8xmille a una miriade di chiese e associazioni no profit.
Senza tirarla per le lunghe: dove si riscontra la violazione di libertà dei genitori ad educare i figli secondo convinzioni personali e diversi dalla religione cattolica?
Chiedo:
Chi o quanti bambini sono rimasti turbati, shoccati, traumatizzati da perdere il sonno alla visione di un crocefisso? Quanti sono diventati serial killer? Stupratori, ladri, imbroglioni, mistificatori…
Bèh, se il risultato è così catastrofico per la delicata, sensibile psiche di certa gente, allora è bene che evitino musei, chiese e monumenti; stiano lontani dalle deleterie opere d’arte che hanno segnato i percorsi dell’umanità!

I linguaggi dell’uomo, breve esempio di semasiologia applicata.


I linguaggi dell’uomo, breve esempio di semasiologia applicata.


Il pensiero creativo, conosciuto con i termini “plastico, grafico, pittorico” utilizza una mediazione non verbale per registrare esperienze e divulgarle; se inserito in un contesto matematico, fisico, biologico o politico, il linguaggio grafico può aiutare nelle soluzioni dei relativi pensieri.

Il pensiero verbale, matematico, scientifico può essere rafforzato ed esposto al meglio attraverso esemplificazioni grafiche dei concetti.
Di seguito, uno dei tantissimi esempi della forza espressiva che assume il messaggio verbale scritto allorché corredato di immagini:

Catanzaro, Calabria

16°C
Attuale: Rovesci
Vento: O a 35 km/h (alle ore 17,00)
Umidità: 82%
mar



Stamane il vento ha soffiato ad una velocità di 50 km/h sulla città di Catanzaro. I vigili del fuoco sono accorsi per mettere in sicurezza alcuni tratti viari e proteggere i passanti da imprevisti pericolosi quali cadute di tegole, alberi e insegne. Secondo le previsioni divulgate da google il maltempo persisterà per tutta la settimana in corso.

Simboli grafici, matematici e metafore sono convenzioni accettate dalla comunità
mar



10° | 16°
mer

13° | 18°
gio

12° | 18° i segni convenzionali aiutano gli uomini a divulgare concetti;
elaborare linguaggi: esprimersi
ven

11° | 17°

nella scrittura, una parola può prestarsi a diversi significati:
la parola “porta”: può essere intesa come infisso, corredo del gioco calcio, un valico di montagna, o verbo se non inserita in un contesto esplicativo che ne indica la natura, le dimensioni, lo stile…
Mentre, per altre parole basta un accento: àncora (strumento della nave) ; ancòra ( per indicare la prosecuzione di una azione).

Nel linguaggio visivo, la figurazione esplicita nell'immediatezza il pensiero del fotografo, grafico o pittore che lo ha generato.

lunedì 2 novembre 2009

ultimo saluto a Natuzza Evolo, Mamma di tutti.


Solitamente, gli avvenimenti importanti, quelli che segnano i destini dell’uomo in generale e anche individuali non sono mai recepiti come tali nell’immediatezza. Al momento, l’evento è vissuto nella normalità più assoluta. Semmai, dopo qualche tempo s’inizia a meditare sull’accaduto e accorgersi del cambiamento epocale.
Nel caso della morte di Natuzza, la cognizione dell’enorme perdita è avvenuta nell’immediatezza, anche se, pur conoscendo le sue precarie condizioni di salute, nell’immaginario collettivo si credeva immune; erroneamente, molti hanno creduto che lei fosse tutelata dal rapporto privilegiato con l’Amore Infinito o volutamente, spinti dall’egoismo umano di cui siamo toccati, abbiamo voluto esorcizzare la sua dipartita. Le indicibili sofferenze non le hanno impedito di accogliere e consolare i suoi figli spirituali. E infine, il suo corpo, minato da lunghe malattie, non ha retto nonostante le amorevoli cure. Lei, mamma di tutti, non faceva distinzioni, accoglieva chiunque. Regalava sorrisi, parole dolci ma anche energiche strigliate quando era necessario. Ora, saranno in molti a sentirne la mancanza fisica, specie chi riversava su di lei angosce e paure terrene.
Il suo popolo è accorso a porgerle l’ultimo saluto nella casa di Paravati in Mileto a pochi chilometri da Vibo Valentia. Domani, martedì 3 novembre 2009, alle ore 15,00 sarà celebrata la Santa Funzione e, secondo le stime, l’onda d’Amore da Lei soffusa ai credenti ritorna a Lei centuplicata per accompagnarla commossa alla Casa dell’Amore Eterno.

domenica 1 novembre 2009

Natuzza Evolo non c'è più, rimane il suo esempio


Alcuni fenomeni sono impenetrabili dalla ragione umana. Tra questi, è totalmente insondabile il Mistero Natuzza Evolo: mamma moglie e mistica; persona semplice, che nella completa umiltà si dichiara verme di terra, peccatrice. Una peccatrice singolare che, alla stregua dei bambini in quanto a genuinità d’animo, dice di parlare con la Mamma Celeste e col suo figliolo Gesù.
I messaggi divulgati dopo la Quaresima e l’Assunta durante i quali soffriva e riviveva la Passione di Cristo, sono la testimonianza dei colloqui; ma la testimonianza, non si limitava al messaggio scritto, era suffragata da stimmate e ferite che comparivano sul suo corpo dolorante.
Sofferenza e preghiera, questo il suo modo di mondare i peccati degli uomini sulla terra.
E, non a caso, tutti i messaggi concludevano il dialogo con una riflessione rivolta ai giovani, al loro malessere, alla droga, alla strumentalizzazione della loro debolezza da parte dei potenti, all’accorata esortazione alla preghiera, ai cenacoli familiari, al dialogo coi giovani.
Oggi, domenica 1 novembre 2009, intorno alle cinque del mattino si è spenta dopo lunga sofferenza a paravati nella casa “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, una casa di riposo onlus realizzata con i lasciti dei fedeli.
La Calabria perde il corpo martoriato di Mamma Natuzza ma non la Sua protezione che continua a vivere nelle preghiere, nelle opere e nelle testimonianze dei beneficiati e di quanti hanno avuto la grazia di conoscerla, parlarle e essere confortati da Lei.

Mamma Natuzza è andata nella casa del Padre



Mamma Natuzza è andata nella casa del Padre

Ieri sera, il tgr3 ha diffuso una sintetica notizia: Natuzza Evolo, la Mistica di Paravati è stata dimessa da una casa di cura privata perché le sue gravi condizioni di salute non consentivano ulteriori cure cliniche. Trasportata nella casa di riposo, fondata dalla Mistica, dove risiedeva abitualmente, Mamma Natuzza ha lasciato il corpo dolorante della materia per risorgere nello Spirito di Luce, quale sempre è stata.

A noi,che siamo stati testimoni della sua grande umiltà, non resta che perseguire i suoi insegnamenti trasformandoci in fiammelle sempre accese per essere degni agli occhi di Colui cui nulla è impossibile. Essere consapevoli che il nostro riferimento terreno non c’è più ci addolora molto ma la fede ci conduce lontano lì dove tutto è pace, dove non esiste la notte, il dolore, dove l’amore e la preghiera sono il cibo di tutte le anime, che finito il percorso terreno, vivono in comunione con il Padre Celeste.
Cara Mamma Natuzza, il nostro pensiero, in qualsiasi circostanza della nostra vita volerà sempre a te perché siamo sicuri che da lassù come un angelo ci starai vicino indicandoci la strada da percorrere.

osservandoti


Osservandoti

La telefonata, giunta inaspettata, riporta alla mente gli anni della passione giovanile: arte, politica, impegno sociale. … sì, quando si è giovani innamorati delle idee, il mondo assume una visione romantica: la società ha bisogno delle tue energie, ti butti a capofitto in discussioni e battaglie sociali. Vedi in bianco e nero, assumi atteggiamenti netti, disdegni compromessi e sotterfugi. Questo e altro ancora arriva alla mente.
Lentamente, il velo d’ombra che offuscava la passione giovanile si dissolve; lascia intravedere momenti, incontri, dibattiti che non hanno sortito a quanto auspicato. La realtà quotidiana, composta d’imprevisti, delatori, furbi e ambiguità associate al sistema hanno modificato, corrotto, vuoi per necessità o stanchezza, quel mondo ma non Te! Ti sei allontanato. Hai preferito isolarti; lavorare in silenzio. E ora, una voce alla quale non hai assegnato immediatamente un nome perché leggermente modificata, riporta a galla il passato.
Puntuale, alle 18,00 sei lì, presente. Munito di macchina fotografica, per immortalare gli amici e i compagni di tante discussioni. Invecchiati nel corpo e alcuni anche nello spirito, ognuno esprime o sottace momenti di vita personale; enfatizza successi e nasconde le azioni spregiudicate commesse per ottenerli.
È una farsa. Sorridi, scambi qualche parola; ti soffermi con le poche persone che, nonostante le inclemenze della vita, sono rimaste fedeli ai sani principi. E, senza fare neanche uno scatto con la macchina digitale, saluti e vai via.
Non parli; osservi le luci della notte; i fari delle macchine abbagliano il tuo viso. Impassibile, riponi la macchina fotografica nella borsa mentre ti sfugge un sospiro.
Che ceniamo? Ci facciamo una pizza vuoi?
Sì, la pizza va bene…

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