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mercoledì 14 giugno 2017

Calabria, Arte e politica del territorio

Tra manufatti archeologici e contemporanei a ben guardare, la Bellezza della Catanzaro colta e propositiva è in pericolo!

Mi spiego meglio.

Il parco della biodiversità prende il posto della selva che una volta era spazio didattico per gli studenti della scuola agraria catanzarese. Fino a quando, Michele Traversa, presidente della provincia di Catanzaro, non attuò un progetto studiato da un gruppo di giovani architetti catanzaresi, così ricordano alcuni.

Adesso è un giardino botanico, grazie a lui! Con ampi spazi curati in cui vi sono giochi per bambini e opere d'arte di noti artisti contemporanei.
E fin qui niente di cattivo, anzi.
Gli spazi si prestano ad accogliere prodotti dell'intelletto e altro.

Possiamo addivenire, in sintesi, che il luogo, data l'affluenza variegata dei visitatori, è un'ottima vetrina.
Chi fa jogging o passeggia coi bambini, il cane, oppure è lì da turista apprezza il paesaggio e l'arredo. L'affluenza giornaliera è considerevole!
Quindi, quale vetrina migliore per veicolare Bellezza e pensieri positivi?

Recentemente una barriera s'impone lungo il percorso. È un muro di sacchi che ospita “il giardino delle muse silenti”. Secondo le intenzioni degli organizzatori questa trincea dovrebbe indurre i visitatori a recarsi nelle altre aree interessate dall'evento artistico: marca, musmi e scolacium il parco archeologico di Roccelletta di Borgia, nei pressi di Catanzaro lido.



Non me ne vogliano gli organizzatori dell'evento.
Il suggerimento può andare bene per il musmi che si trova nella medesima area all'interno del parco cittadino, e forse anche per il marca situato giù all'imbocco del ponte Morandi, ma risulta improbabile, data la distanza e la poca entusiastica voglia di esplorare i resti della magna graecia degli abituali avventori, di una discesa scientificamente mirata a Scolacium.

Scolacium è un'area mitologica in antitesi con i modernismi forzati e fuorvianti d'improbabili installazioni pilotate e anche con le passeggiate di mamme e nonni con prole o cani al seguito.

Il parco della Roccelletta dovrebbe vivere di luce propria come accade per Pompei o Roma, con il turismo culturale che prende d'assalto i Fori Imperiali, e il Colosseo.

In Calabria c'è la stessa atmosfera che si vive nella Valle dei Templi ad Agrigento.
Nel parco archeologico la matrice è analoga; ci sono tracce della storia greca, bizantina e romana, tutte civiltà che invasero e imposero nuove conoscenze e stili di vita! C'è Pathos. C'è mitologia.

Antico e moderno sono mondi differenti che possono interagire culturalmente, e che, con le dovute cautele citazionistiche, simili a due rette parallele, potenziali binari della macchina definita 'accoglienza culturale' di un territorio storicamente ricco di mitologica bellezza, tempi storici che possono fare la differenza e creare anche quel benessere agognato e sbandierato dalla politica.
Progetti che non si possono improvvisare e nemmeno programmare a spizzichi e bottoni secondo personalissime convinzioni.

Detto ciò, si apprezza il tentativo e il coinvolgimento di quanti hanno preso parte alla realizzazione dell'attuale progetto.

venerdì 30 dicembre 2011

Catanzaro, Arte a cielo aperto.

Ancora oggi la figurazione nei linguaggi della comunicazione visiva è la forma pittorica più accreditata dal grande pubblico. Non a caso, la pittura figurativa, nel tempo, ha segnato importanti tappe storiche e indottrinato la massa. In Russia, per esempio, il regime bandiva l'astrattismo e i pittori che lo praticavano. Malevich, caposcuola della poetica suprematista e Kandinskij, entrambi sovietici, influenzano concettualmente la nascente corrente pittorica europea del '900 definita dai critici “impressionismo astratto”, il cui ritmo giocoso e calibrato del gesto cromatico, Kandinskij, lo mutua dalla musica. Per Kandinskij il legame tra i due linguaggi è strettissimo giacché entrambi esprimono sentimenti e non si curano di fotografare la superficie della vita. Anche l'Italia, specie nel ventennio fascista e non solo, predilige la figurazione per magnificare eventi.
Nella statuaria “narrativa” Francesco Jerace (Polistena, RC,1853/Napoli1937) è stato artista apprezzato nella Napoli di fine 800 e inizio 900. Catanzaro raccoglie molti suoi calchi in gesso nella gipsoteca a lui dedicata. I calchi di Francesco Jerace, donati dalla figlia Maria Rosa all'amministrazione provinciale di Catanzaro nel 1967, dimenticati in un magazzino per quasi vent'anni tornano alla luce degli antichi splendori durante la presidenza della provincia guidata da Leopoldo Chieffallo dopo essere stati restaurati dal prof. Zino Nisticò. Oggi sono allocati nei locali del museo MARCA in Catanzaro. La copia della scultura “il trionfo di Germanico”, di Francesco Jerace, posizionata alla fine del viale nel parco della biodiversità, l'originale in marmo si trova nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna in Roma, narra l'epopea di Germano, che, appunto, “parla” del suo trionfo in maniera enfatica, com'era d'uso nella statuaria didascalica dell'epoca. Giusto, quindi, che i numerosi cittadini si riapproprino del passato anche in questi termini; vale a dire, appunto, attraverso il lavoro di un valente conterraneo che prestò la sua opera a Napoli e della sua terra diceva: “mi cruccio dell'abbandono in cui siamo caduti e tenuti... e specialmente cerco di fare apparire nobile, grande e bella la nostra Calabria, anche quando è giustamente accusata.”.
Da allora molte cose sono cambiate formalmente. Nelle mutazioni strutturali, il parco della biodiversità mediterranea stravolge l'aria dell'ex scuola per periti agrari.
Oggi, il parco catanzarese è divenuto punto d'incontro tra genitori e figli; luogo adibito a giochi ludici e intellettuali per ragazzi e bambini in virtù dell'imponente spazio dedicato all'arte contemporanea la cui collezione, anno dopo anno, diventa più interessante.


sabato 14 gennaio 2012

il parco incantato, video favola

“Mamma andiamo a vedere le colombe con le ali grandi? Sì amore ma non sono colombe sono aquile”. Risponde premurosa la giovane al piccolo.
È una bella giornata di sole ed è senz'altro piacevole lasciarsi accarezzare dall'aria fresca che giunge dai monti della Sila mentre si pratica footing o si passeggia nel parco della biodiversità mediterranea di Catanzaro. Tra gli ospiti non mancano i bambini d'età prescolare che leggono e rapportano il visibile col loro personalissimo vissuto, ed è simpaticamente piacevole sentire frasi rimodulate in base alla fantasia e alla creatività dell'innocenza.
C'è chi vuole rivedere gli uomini che nascono dall'erba o l'uomo in cielo che misura l'aria e le nuvole, chi vuole entrare nel castello per incontrare le fate; la Madonnina col Bimbo; la ballerina che gioca a palla, i cigni, i pavoni... Darth Vader il capo malefico di guerre stellari decapitato; il guerriero romano che rompe le catene della schiavitù e vince sui nemici...
Pensieri resi concreti dalla creatività soggettivamente unica di grandi e piccini stanno lì in compagnia di miti e leggende, in attesa di nuovi compagni d'avventure.


LA VIDEO FAVOLA DEL PARCO INCANTATO
© di mario iannino 

ps. alcuni luoghi suscitano delle sensazioni immediate e il parco della biodiversità mediterranea con le sue innumerevoli varietà naturali e le inserzioni di alcune opere di noti esponenti dell'arte contemporanea suscita atmosfere da favola degne di essere documentate.



lunedì 12 giugno 2017

Arte contemporanea open, installazioni interattive

Al marca, al musmi, nel parco della biodiversità in Catanzaro.

Arte in trincea.

Coprirsi e attaccare. Difendersi. Stare in trincea. Per paura o preservazione si erigono muri mentali e materiali per delimitare spazi
L'installazione posta nella piazzetta del parco della biodiversità in Catanzaro, già magnifico museo d'arte contemporanea, collega idealmente i percorsi esistenti nel museo storico militare “musmi” che fa da quinta al suggestivo muro fatto di sacchi.
Due gli accessi. O le uscite.
Dietro il muro fatto di sacchi si paventa l'imprevisto.
Inusuali strutture semoventi composte da Lingue di alluminio ricurve danzano attorno a nuclei traslucidi. Una sola struttura è bianca! Le altre, pur monocrome, scure, dalle superfici butterate, riportano alla mente le sinuose linee danzanti di Cezanne.
Danzatrici del tempo muovono passi estatici.
La materia si dissolve. Trasmigra.

Al centro del labirinto l'installazione proietta verso l'alto forme danzanti in continuo movimento. Vestali. Spose del pensiero positivo avvolgono in sinuose forme sfere tirate a specchio.
E tu sei lì. Catturato/a. Parte di un attimo. La tua immagine, riflessa nel mondo onirico, danza. Le lame la avvolgono. L'abbracciano. Come a proteggerla.
Rapiscono la materia. Rimane il pensiero. L'astrazione. La concreta astrazione materica.
Il pensiero è teoria visiva. Manu-fatto di spazi vuoti delimitati e avvolti dalle lingue danzanti traslati in spazi altri. Guardiani del tempo. Materia de-strutturata. Sospesa.

All'interno del labirinto mentale il percorso è breve. Sogno e realtà. Nelle insenature del tracciato, protette dalla barriera di sacchi colmi di sabbia e incastrati uno sull'altro per attutire i colpi nemici, gli assemblaggi poliedrici interagiscono.
Posizionati su piedistalli bianchi. Le strutture cambiano aspetto.
Se spinte dolcemente. La danza ha inizio.

L'arte deve essere protetta? La bellezza  È sotto assedio?

mercoledì 21 gennaio 2015

Capo Colonna e le certezze dei tecnici

La Bonomi lascia? Bene!

reperto (simbolo) del tempio di Capo Colonna dedicato ad Hera Lacinia


Finalmente, il maldestro tentativo di cementificare l'area di Capo Colonna pone fine allo scempio fin ora perpetrato da quanti preposti alla tutela e alla valorizzazione archeologica della Calabria.


È uno strano modo di intendere come “conservare la storia” e i beni archeologici della Calabria quello inteso dalla scuola capeggiata dalla sovraintendente ai beni culturali Bonomi.

Negli anni addietro abbiamo scritto e documentato come i tecnici usassero i siti archeologici.
Dire che la gestione fosse pregiudizievole per la conservazione dei beni, nonché una scommessa improbabile per improbabili sviluppi turistici è un eufemismo.
Ma veniamo ad oggi: sempre i tecnici di cui sopra dicono che su Capo Colonna, vista l'esiguità dei reperti portati alla luce, cagionati da interventi erosivi di varia natura, è necessario coprire l'antica piazza con uno strato variabile di inerti, quindi livellare e cementificare così da preparare il fondo per una seconda fase ricostruttiva per ricreare una copia simile o vicina all'antico foro romano.
E qui nasce l'incomprensione.
Perché non hanno pensato e studiato un progetto ricostruttivo dell'esistente, molto più snello e accattivante anche dal punto di vista emotivo per chi si reca sui luoghi storici, piuttosto che appesantirlo con inerti e cementi invasivi?

A noi del volgo, incolti e ignoranti, non ci è dato sapere! come non ci è dato sapere delle operazioni culturali precedenti avallati dallo stesso ufficio, sempre, beninteso, dopo ore e ore di studi.
Comunque, qualche interrogativo lo poniamo a tecnici e politici:

Cosa è rimasto o si è consolidato da quando abbiamo postato le considerazioni sulle operazioni nel Parco Archeologico di Roccelletta di Borgia?

Le opere installate nella ex Scuola Agraria di Catanzaro?! Risponderà piccato qualcuno.
Ovviamente non è poco! Però ... la volontà politica e forse un pizzico di compiaciuto narcisismo di qualche dirigente nell'allestire e imporre gli eventi, prima nell'area archeologica di Roccelletta e successivamente nel parco della biodiversità, non ha dato i frutti voluti.
Poco male se, per almeno una volta, la mancanza di fondi(?) ha decretato la fine delle invasive intersezioni.

La cultura non è un effetto di scoppiettanti giochi pirotecnici men che meno una questione privata; il suo mantenimento e la relativa divulgazione è puro amore della storia dei padri e delle genti che hanno calpestato e contaminato i luoghi bruzi.

Confidiamo nel nuovo corso politico calabrese e l'impegno di quanti saranno chiamati a contribuire alla rinascita della Calabria e in special modo nel comparto della Cultura, del territorio e del turismo.




mercoledì 18 aprile 2018

Cz: Lamanna e Molè in mostra al S. Giovanni

Il complesso monumentale del S.Giovanni in Catanzaro è una struttura architettonica di origine normanna con influenze bizantine esaracene.
Nel xv sec. Il castello, a causa delle diverse incursioni dei catanzaresi che si ribellavano al conte Centelles, cadde in rovina.

La storia ci dice che alcuni materiali del castello furono utilizzati per edificar la Chiesa dei SS. Giovanni Battista e Evangelista e divenne sede di una delle più importanti confraternite della città; la Congrega dei Bianchi di Santa Croce (1563) con l'Hospitio (1569) e il convento dei Teresiani (1645). Questi ultimi due edifici furono in seguito trasformati in caserme e poi in carceri.
Dal 1998, con una mostra dedicata ad Andrea Cefaly, il Complesso del San Giovanni è trasformato ancora una volta dalla volontà politica e amministrativa cittadina. Diventa un polo attrattivo culturale i cui spazi sono contenitori di arte visiva e convegni.

Nel 1999, con la mostra dedicata al Cavalier calabrese, nato in Taverna, Mattia Preti, il Complesso acquisisce di fatto il titolo prestigioso di polo culturale e espositivo fra i più importanti dell’Italia Meridionale. E’ questo il ruolo che oggi il Complesso detiene e, grazie alla suggestività del luogo e all'ampiezza dei restaurati spazi espositivi, ospita anche opere di pittori locali, quali Andrea Cefaly da Cortale, collezione donata dalla famiglia Lanza.

Lo spazio è gestito da un gruppo di ragazzi. Ma non è di questo che voglio parlare. D'altronde, per saperne di più basta andare sul sito ufficiale del comune di Catanzaro.

Oggi mi trovo qui perché attratto dalla mostra di due storici compagni pittori coi quali ho condiviso alcuni momenti della mia giovinezza: Gioacchino Lamanna e Francesco Molè.

Il piano terra del complesso monumentale è dato in comodato all'università.
Salite alcune rampe di scale si accede alle capienti sale dove sono esposti i dipinti.
È ancora presto er fare un resoconto, ma, secondo le notizie di Franco Molè, la città ha risposto benissimo all'evento. "La sala conferenze era gremita e i visitatori facevano fatica a stare in quei luoghi fisici e apprezzare i lavori pittorici -mi dice Molè-".


Parliamo un po' dei tempi passati, dei percorsi pittorici e degli amici che non ci sono più.

Entrambi, Lamanna e Molè', sono e trattano con metodiche e sensibilità differenti temi figurativi.
Gioacchino ama il paesaggio e le figure. Molti scorci catanzaresi sono esposti. Vedo anche un pezzo del laghetto del parco della biodiversità. Cavalli. Attimi di intimità familiare: le figlie, la moglie, tanti scorci della sila e della vecchia Catanzaro.

Lamanna ha un'ottima mano e un superbo colpo d'occhio. La sua tavolozza e solare, pulita. Riesce a raccontare attimi visivi sospesi tra poesia e realtà.

Molè ha una tavolozza sfumata. Il pennello o lo sfumino e i tamponi lasciano tracce di pitture delicate sui supporti.
Da qualche tempo si dedica allo studio dei ritratti. Volti femminili si affacciano. Fanno capolino. Ammiccano dentro e oltre le cornici.

Non vado oltre. Il mio scritto vuole essere uno stimolo alla partecipazione.
La mostra rimane aperta fino al 10 maggio. Dalle 10 e 30 alle 14,00 e dalle 17,00 alle 20,00.

martedì 17 novembre 2009

dal parco archeologico al giardino botanico di Catanzaro



Nel “parco della biodiversità”, giardino botanico calabrese di recente fondazione, Catanzaro, ha istituito una location d’arte visiva aperta a quanti non hanno mai avuto la possibilità di avvicinarsi all'arte e agli artisti noti contemporanei.
©arch.M.Iannino
parco archeologico, installazione Staccioli
l’amministrazione provinciale di

Al variegato mondo che popola i parchi verdi e i relativi giochi è stata data l’opportunità di incontrare, attraverso i lavori artistici inseriti nel parco botanico, gli autori delle installazioni effettuate nel parco archeologico di Roccelletta di Borgia dal 2005 a oggi.

Incuriosirsi ai linguaggi dettati dall’arte contemporanea; documentarsi per comprendere le motivazioni che spingono gli artisti a giocare e proporre il proprio fare; contestualizzare il tutto con la macchina economica che gira attorno agli interessi economici e culturali di critici, galleristi e mercanti.

Considerare pacatamente senza demonizzare niente e nessuno se le operazioni messe in atto dai progettisti culturali siano riuscite nell'intento che si erano prefissati, ovvero, di apportare ricchezza al territorio oppure no!
Chiedersi se è indicato puntare sempre sullo straniero oppure dare opportunità all’indigeno; valorizzare i talenti locali, stimolarli e far sì che la creatività diventi strumento propulsivo dell’economia calabrese.
©arch.M.Iannino

giovedì 3 febbraio 2011

Loiero e Traversa candidati a sindaco per Catanzaro

Loiero vs Traversa, titani a confronto per le comunali Catanzaro

Da qualche giorno sono iniziati i giochi per le prossime comunali catanzaresi. Dopo la candidatura di Michele Traversa che rappresenta la destra, anche Agazio Loiero, ex presidente della regione Calabria, nonché parlamentare, ministro e viceministro della repubblica nei governi di destra centro e sinistra passati, si è candidato a sindaco di Catanzaro. Secondo quanto affermato da Loiero, il suo impegno per la città capoluogo nasce dalla volontà di lasciare qualcosa di concreto da parte sua alla città e nel frattempo vuole formare la nuova classe politica, fatta di giovani.
Non saprei dire se i balletti politici di Loiero siano una buona sana strategia da teorizzare e lasciare ai posteri visti i risultati ottenuti, senz’altro è sinonimo di scaltrezza, pragmaticità e opportunismo politico. Virtù elargite abbondantemente e concretamente dagli ultimi avvenimenti politici nazionali e locali che hanno visto fare il salto della quaglia a parlamentari eletti in schieramenti(ideologicamente?)opposti .
La nuova classe dirigente deve combattere e condannare opportunismi e mediocrità. Valorizzare le risorse intellettuali e paesaggistiche secondo le vocazioni territoriali, incentivando meriti e sforzi culturali piuttosto che enfatizzare ibridazioni che hanno come unico supporto privilegiato l’appartenenza a schieramenti di potere e nient’altro.
Anche Traversa non è da meno: da finiano doc ora siede tra i banchi del pdl dimenticando il suo passato nel Msi, poi An nonché referente politico di Fini in Calabria.

La battaglia si prevede interessante e intensa: da una parte Traversa che vuole mantenere la “gestione” dell’area ex scuola agraria, sua creatura oggi denominata “parco della biodiversità” e la sua cordata composta da Wanda Ferro, Maurizio Rubino &C intenzionati a mantenere il potere dei poli culturali catanzaresi: marca, musmi, San Giovanni, polifunzionale ecc. Dall'altra, l'armata Brancaleone di Agazio Loiero,  attualmente debolmente rappresentata nelle sedi "raccoglivoti", e battuta indecorosamente alle regionali da Scopelliti (secondo voci, pare che gli amici che avevano giurato fedeltà e assicurato i voti abbiano tradito Loiero all'ultimo minuto. Sarà vero, oppure è il risultato di tattiche mirate che nella gestione politica territoriale sono da considerare anzitempo con joint vointure ad hoc?).
Riuscirà l’ex governatore a sbrindellare l’armata del "comitato spontaneo" per Traversa sindaco e convogliare su di sé le preferenze dell’elettorato catanzarese? i scillipoti nostrani, catanzaresi di fatto, che assumono incarichi nelle prestigiose vetrine, sono saldamente ancorati e lautamente remunerati nei ruoli prestigiosi della cultura extralarge per lasciare spazio all'azione dei concorrenti.

lunedì 19 giugno 2017

Illusioni

Sotto il cielo: 

Là DOVE SORGE IL SOLE.


catanzaro, parco della biodiversità, the horizon, di a.gormley


Quasi tutti i giorni attorno all’ora di pranzo una macchina si ferma all’ombra del maestoso eucalipto. Con la portiera lato guidatore spalancata e i finestrini aperti, s’intuisce che il conducente stia lì per godere dei benefici climatici del venticello che s’infila tra i pertugi.
Dal colorito olivastro della pelle suppongo che il conducente della alfa station wagon grigia abbia origini nord africane. L’abitacolo della macchina è costipato da imballaggi e sulla sommità s’intravedono confezioni di lenzuola e tappeti.
Il venditore ambulante è in pausa. È mezzogiorno. Ha consumato un panino con del tonno. La scatoletta è per terra. Ed ora, col tablet in mano, rivolto verso sud, lancia la sua melodia. Forse ringrazia la provvidenza per avergli fatto guadagnare anche oggi quel tanto che basta e portare a casa la cena.
O forse no? Potrebbe essere on line con la sua morosa lontana o con la sua comunità.
Una comunità che, forse, ancora bada al sodo, come mi fece intendere l’estate scorsa un venditore ambulante. Mi disse: “l’orario non cambia è sempre lo stesso sia che tu lo legga sul rolex sia che tu guardi il sole o la meridiana”.
Il sole tramonta a ovest. Anzi no! non è esatto dire che il sole si alza a est e tramonta a ovest. È la terra che gira. E nel suo girare lascia intravedere le nascite dei nuovi giorni a est. Colora di porpora l’orizzonte fino a raggiungere lo zenit. Il sole cala a picco sulle teste. E poi tramonta. La terra ha fatto un mezzo giro e lascia che il sole ripeta l’illusione del giorno e della notte. Lascia illudere la bestia più stupida ed egocentrica che abbia mai, anche se per poco, baciato.

martedì 26 aprile 2011

i rimedi di Traversa per catanzaro

Scorrendo le notizie locali si capisce immediatamente di essere nel bel mezzo della campagna elettorale. E come d’obbligo, le menti “politiche” che curano le campagne elettorali dei numerosi concorrenti ce la mettono tutta per stuzzicare campanilismo e aspettative in sintonia con gli umori della città.

“Con Michele Traversa sindaco, Catanzaro diventerà la città più verde della Calabria e una delle più verdi del Meridione. Tre grandi parchi - il Bioparco di Siano, il Parco Costiero di Giovino e il Parco Fluviale del Corace si aggiungeranno a quello della Biodiversità e alla Villa Margherita, realizzando una dotazione ambientale unica nel suo genere. Centinaia di ettari del territorio comunale saranno destinati, e dunque pienamente salvaguardati, alla realizzazione di tre parchi 'multifunzionali' , mobilitando risorse importanti e creando condizioni di sviluppo”.
E’ quanto sottolinea il Comitato Elettorale dell’on. Michele Traversa, soffermandosi su uno dei punti più qualificanti del Programma di Governo del candidato del centrodestra.


??? con l’aggiunta di altri parchi, Traversa risolve i problemi veri dei catanzaresi???

E le incompiute? Come il tapis roulant che dovrebbe collegare la stazione di sala con la funicolare.
L’ascensore di bellavista.
Il traffico assurdo nelle arterie interessate dagli uffici regionali e dalle scuole.
aore12
marciapiede in periferia, a sud di Catanzaro
L’acqua pesante nella zona sud della città che rovina gli elettrodomestici mentre si perde l’acqua buona della Sila.
Senza dimenticare i parcheggi, non necessariamente a pagamento, vista la “truscia” che c’è!
La viabilità su viale Isonzo, l’obbrobrio “pista ciclabile” della gestione Abramo, pericolosa e in rovina per mancanza di manutenzione.
E ancora:
Manutenzione delle aree verdi delle periferie.
Sicurezza e integrazione delle fasce svantaggiate come i Rom.
Lavoro.
Coinvolgimento reale dei cittadini nella vita culturale della città.
Coinvolgimento degli artisti locali per una cultura da “esportazione”.
Ma mi sa tanto che è e rimane la solita solfa per vincere le elezioni e mantenere il potere a disposizione di una casta ben selezionata.
Tanto, il popolino se saputo “ingannare” s’accontenta delle briciole e sta zitto.

ps.: per la cronaca: i candidati a sindaco sono 7 e i fiancheggiatori iscritti nelle liste circa 800.

mercoledì 1 agosto 2012

Catanzaro, comune svende imbarcazione mai usata

Alle ore 9,00 del 10 agosto del 2012 scade un bando di gara indetto dal comune di Catanzaro. 
Una gara singolare, visto che tratta la vendita di un'imbarcazione nuova nuova. Usata pochissimo, anzi mai usata. È un usato garantito. Un affare per chi ha i soldi per aggiudicarsi il natante che il comune vuole dismettere: un sessa marine che Michele Traversa, l'ex sindaco che si è dimesso dopo neanche 7 mesi di mandato, aveva comprato per la polizia municipale. Nell'idea politica di Michele c'era la volontà di creare un reparto speciale nei vigili urbani per mantenere pulita e monitorare costantemente la coste catanzaresi ed ha munito gli angeli del mare di nuove divise che li distinguessero dagli altri corpi “speciali”.
Istituire “corpi paramilitari” sembra un pallino culturale di Michele Traversa, quella cultura che si porta dietro dagli anni giovanili della sua militanza nel partito di Almirante e Fini. È grazie a Traversa se oggi Catanzaro ha un corpo di polizia provinciale con tanto di parco macchine e “gendarmi”. È sempre grazie a lui se all'interno del parco della biodiversità c'è il MUSMI, il museo delle armi e delle divise storiche militari.
Ma questa volta, il caro Michele, forse, non ha fatto i conti col resto del mondo istituzionale. Forse non ha messo in preventivo l'esistenza ben qualificata della marina e del servizio guarda costiero inclusi nel baget del governo nazionale.

Pazienza. Lui si è visto togliere di mano un inutile giocattolo che è costato circa 20mila euro ai contribuenti calabresi dei quali, forse una decina rientreranno in cassa sempreché qualche facoltoso appassionato del mare deciderà di accaparrarsi il natante. E le divise? Quelle potranno trovare posto nel musmi, o no?!

mercoledì 18 novembre 2009

arte contemporanea in Calabria, spazio open al parco

©archivio M.Iannino


Tra le opere d’arte disseminate nel parco della biodiversità, dopo “l’uomo che misurava le nuvole” lavoro in bronzo e silicone di Mimmo Paladino, alcuni esemplari dei cento ferrosi dissacratori replicanti nudi di Anthony Gormley che per fargli segnare una fantomatica linea d’orizzonte è stato necessario interrarli in entrambi i luoghi espositivi e nel sito archeologico alcuni pezzi sono stati tumulati fino al collo; le sculture di Cragg, i giochi meccanici di Delvoye, e, le altre opere acquistate che ben s’inseriscono nel parco catanzarese, ora è la volta dei “baci caduti” di Oppenheim: due enormi ampolle composte di tubi fluorescenti che rimandano la mente all’architettura delle cupole arabe. Installazioni da vivere che, munite di varco d’accesso, sembrano invitare gli osservatori a entrare, esplorare dall’interno le gocce di luce e aria, seguirne le sinuose verticali fino all’apice, punto di unione di forze esoteriche catalizzatrici di energie creative.


Decisamente è un bel vedere! Specie di notte.

Comunque, corre l'obbligo ricordare ai dirigenti locali che i progetti denominati “Intersezioni” e allestiti nel parco archeologico di Roccelleta sembra non abbiano contribuito a rilanciare quel turismo culturale pronosticato dai dirigenti politici, ciò dovrebbe far riflettere ed eventualmente escogitare nuove strategie, mirate a far decollare appieno l’area Scolacium di Roccelletta di Borgia alla periferia sud di Catanzaro e la costa jonica compreso l'imminente entroterra presilano che vide i natali di Mattia e Gregorio Preti .

sabato 7 settembre 2013

Catanzaro, dal pieno al vuoto, restyling di Franco Zagari

aore12
Chi conosce Catanzaro e le sue piazze capisce immediatamente di cosa parlo.
Tempo addietro persino alcuni noti esponenti dello spettacolo e della cultura si interessarono all'arredo urbano di piazza Matteotti; alla sua scala in cemento e ferro con la punta rivolta ad oriente e alle palle disseminate attorno.

La struttura avrebbe dovuto rappresentare una sorta di aspirazione al bello, insomma, una meridiana posta a segnare la strada per l'arte e l'evoluzione spirituale del pensiero. Ma, gettata lì, in un contesto urbano contaminato e deturpato dall'ignoranza delle mode e dei bisogni, non ebbe un buon riscontro. I catanzaresi non la sentirono parte della loro storia.

L'astrazione geometrica, per molti, non si sposava con la plasticità figurativamente descrittiva del monumento bronzeo dedicato ai Caduti per la Patria di Michele Guerrisi posto a pochi passi. Fu inteso come:
Il triangolo della discordia.
Oggi, una grande vasca triangolare in vetro bianco dovrebbe soppiantare la scala di piazza Matteotti e prenderne il posto. Dal pieno al vuoto, dunque, ma con le medesime allusioni esoteriche.
A fare il restyling urbano, ancora una volta è il prof. Zagari, architetto, che negli anni '80 progettò e fece installare la scala in cemento e ferro con la punta rivolta a oriente.
Questa in sintesi la presentazione alla cittadinanza del nuovo volto di piazza Matteotti. E già si levano i primi mugugni.
Qualcuno azzarda assiomi con la distruzione dei giganteschi Buddha dell'Afghanistan, situati nella valle di Bamiyan e risalenti, con ogni probabilità, al 3° e al 5° secolo d.C.
Ma, ribadisco, è un azzardo! Perché, storia molto differente e agli antipodi sotto tutti i punti di vista, Pare, sempre secondo indiscrezioni, che la scala verso il cielo di Piazza Matteotti sarà ricollocata nel parco della biodiversità cittadino che vanta numerose opere d'arte contemporanea. Ciononostante una domanda sorge spontanea: è proprio necessario farlo?, forse che arricchisce la città e i cittadini l'intervento di restyling voluto dalla giunta Abramo? tutto sommato, ci siamo assuefatti, abbiamo metabolizzato il "mostro". 
La scala verso il cielo è storia contemporanea per Catanzaro. Che rimanga al suo posto!



mercoledì 3 agosto 2022

Oltre la materia

 


L'attesa è stata più lunga rispetto alle previsioni. E dopo avere ricontrollato per l'ennesima volta la mail di conferma e avere chiesto in quale ordine fossi nella lista degli appuntamenti:

"Ci vuole almeno un'ora. Può accomodarsi in sala d'attesa. La chiameremo noi."

Mi sedetti.

E nella sala d'attesa, tra le persone in maschera anti-covid immersi nei propri pensieri, diventa quasi obbligatorio adottare la tecnica di Sherlock Holmes:

 Osservare è un'azione che aiuta a estraniarsi, far trascorrere il tempo e non pensare ai problemi che in quel preciso istante angosciano anche te:

Qualcuno aggiorna casa. Qualcun altro chiede consigli attraverso gli ormai naturali strumenti di comunicazione: i telefoni cellulari. E pensare che fino a qualche anno addietro le pareti ospitavano telefoni pubblici a gettone e la gente in attesa stava in rispettoso silenzio condizionata dal dolore del momento.

Non c'è molto da svagarsi in un ospedale salvo che osservare e studiare la gente, appunto. Valutarne le preoccupazioni e cercare di indovinare chi è il paziente e chi l'accompagnatore. Ma davanti a una barella con un ragazzo malconcio e una signora che lo abbraccia esortandolo ad avere coraggio c'è ben poco da supporre.

In fondo, tra le mura esterne oltre il groviglio di tubi e cavedi, un grande, gigantesco cerchio in ferro piantato tra il verde si staglia nello spazio e riporta la mante a pensieri più elevati.

Per gli esoterici il cerchio è il simbolo del “Tutto”. L'inizio e la fine.

E racchiude tempo e spazio, vita e morte. Sì la materia ha una scadenza! Inutile angosciarsi... ma davanti a una mamma che scoppia a piangere in silenzio non appena il figlio varca la porta del laboratorio ogni teoria cade. Si auto estingue. L'emotività tutta terrena e materialistica vince e allora cj si affida alla preghiera.

Oltre la finestra, tra il verde del parco della biodiversità, le opere sembrano suggerire altro.

Mauro Staccioli è morto nel 2018 mentre la sua opera rimane per quanti pensano, nei momenti di quiete, che l'arte sia un'azione umana immortale, e per quei pochi che credono convintamente che l'opera, il lavoro dell'artista, è messaggio d'amore che apre universi altrimenti inspiegabili all'umana concezione terrena di vite che nascono e muoiono banalmente.

Il cerchio della vita simboleggia altitudini che non provocano vertigini se raggiunte per gradi. Altezze conquistate semplicemente per il piacere intellettuale della conoscenza. Azioni, perciò, mondate dall'ego, purificate in sintonia dei piani astrali circondati di luce.

lunedì 9 maggio 2011

catanzaro, centro e periferia della memoria

aore12

©m.i.

C'è qualcosa di familiare in questo volto. Non so; la linea degli occhi, il naso, la bocca... se non fosse per le sopracciglia, a mio avviso, un po' troppo curate da farlo sembrare quasi una femmina per l’attenzione che ha usato per disegnarsele, potrei dire di vedere mio fratello con qualche decennio in meno.
Che potrà avere 'sto ragazzo; 20, 23 anni non di più.

La funicolare arriva da Catanzaro Sala a Piazza Roma in un batter d'occhio.
Giusto il tempo di costatare la sorprendente somiglianza dello sconosciuto che mi sta davanti con mio fratello.
È un attimo! D’altronde non siamo mica a Milano o Roma dove le metro pullulano di gente di razze diverse. Qui la funicolare, o meglio “a tranbìa” come la chiamiamo noi locali, è un giocattolino in confronto a una metro che si rispetti.
Un tempo “a tranbìa” collegava Catanzaro sala con il rione Ponte grande, periferia opposta, talmente lontana da sembrare un altro mondo specie nell’immaginario infantile, usava una tecnica di trazione semplice ma geniale: i vagoni che salivano erano tirati da un vagone cisterna pieno d’acqua mediante una serie di pulegge che avvolgevano e srotolavano il cavo di trazione, cosicché mentre la cisterna piena d’acqua scendeva a valle, dove si svuotava per risalire leggera, i passeggeri lentamente arrivavano a Piazza Roma e da lì, con tecniche di trazione elettriche, e prima ancora coi cavalli, proseguivano lungo il Corso Mazzini, piazza Matteotti, via Milano, fino ad arrivare nelle campagne della scuola agraria, oggi parco delle biodiversità, e infine a ponte grande. Ora, detto così e paragonandolo ai mezzi moderni sembra niente ma allora, negli anni ’50, era un viaggio degno di nota, non solo per il tempo che s’impiegava ma anche perché chi lo affrontava andava a villeggiare tra i castagni di S. Elia, nella presila catanzarese o, viceversa, per lavorare in città.

Oggi la “tranbìa” è usata da quanti vogliono salire in centro e non avere problemi col parcheggio della macchina; e visto che ce n’è uno ai piedi della stazione di Sala compreso nel prezzo del biglietto, quale migliore occasione specie per chi deve sbrigare una commissione, fare quattro passi o spese nei negozi del centro storico?

Anch’io sono sulle lastre di pietra grigia di piazza Roma incorniciate ai lati da cunette alla francese punteggiate con pietruzze bianche e grigie di varie tonalità. Le pietruzze non sono allineate e livellate col cemento, sono cementate ma irte e formano una sorta di graticola impraticabile dai pedoni. Le pietruzze, una miriade di soldatini sull’attenti, sono il risultato goliardico di un creativo ritornato bambino. Un bambino intento a giocare sulla spiaggia di Catanzaro Lido che per ingannare il tempo sul bagnasciuga allinea il suo esercito di pietre nella sabbia e s’inventa comandante di un grande, magnifico esercito alla conquista delle immensità marine. Me ne accorgo a mie spese dacché le sento penetrare nei piedi.
È da tanto che manco da Catanzaro e nel frattempo molte cose sono cambiate. Alcune sono cambiate in bene altre lasciano spazio alla critica e altre ancora la fomentano.
La funicolare è una di quelle cose buone. Peccato che copre pochissimi chilometri e le periferie sono ancora lontane dal centro storico nonostante le pompose M che nelle città solitamente indicano le stazioni della metropolitana. Qui le M indicano le fermate della vecchia ferrovia calabro-lucana: un residuato storico che cammina su rotaie a scartamento ridotto e che se adeguata alle nuove esigenze potrebbe davvero diventare una vasta rete metropolitana di superficie.

Ma non sono tornato per fare il suggeritore! Lasciamo questo compito agli amministratori e agli urbanisti, perché se ne hanno voglia senz’altro sapranno fare progetti di gran lunga migliori dei miei. Ecco, ad esempio, una cosa che farei volentieri a meno e non vorrei vedere: i dissuasori! Purtroppo, data la diseducazione civica di molti automobilisti che invadono le aree riservate ai pedoni, ai disabili e alle carrozzelle dei bimbi, ci vogliono, devono esserci per forza fino a quando non ci sarà una coscienza civica più emancipata!
L'atteggiamento strafottente dei pirati della strada è simile all'anarchia dei galoppini politici che invadono gli spazi elettorali altrui e insozzano le strade con volantini e santini che lasciano dappertutto, sui tergicristalli delle macchine, nelle buche delle lettere. Sono dei facinorosi prevaricatori che non gliene frega un cazzo degli altri, anche se a parole dicono il contrario. Sì, decisamente ci vorrebbe una rieducazione. Una sorta di lavaggio cerebrale catartico, che riporti i neuroni allo stato embrionale così da poterli curare con idee e propositi consoni. Insomma, si dovrebbe ripartire da zero.


sabato 17 dicembre 2011

casse vuote, Traversa lascia il comune

E no! Caro Michele! Così proprio non va! Un leader politico ragiona, trova soluzioni ai problemi ma non può scappare davanti alle difficoltà economiche! Se le casse del comune sono vuote oltre che andare a vedere le cause si devono trovare i rimedi altrimenti è tutta la città a soffrire non solo i lavoratori delle partecipate che tu dici di dover licenziare se continui a fare il sindaco! Troppo semplice questa tua risposta alla città, anche perché tu non sei straniero, anzi, tutti i giorni sei sul corso o sui cantieri del parco della scuola agraria che hai ribattezzato della biodiversità, a giovino, nella pineta, insomma sei laddove c'è gente e un tuo interesse per la città. Adesso è troppo semplice dire “mi dimetto perché il parlamento mi ha imposto di scegliere se fare il sindaco o il deputato” e aggiungi che lo fai anche per mantenere fede alla tua dignità che si ribella al solo pensiero di dover dire a qualcuno che non può più lavorare anche perché tu, essendo del pdl, hai appoggiato e votato sia le cazzate del governo precedente e le restrizioni che impone l'attuale. Vogliamo semplicemente dire che la classe dirigente politica attuale non serve a niente? Vogliamo ricordare il tempo perso per giustificare Berlusconi e le sue cazzate senza dimenticare le leggi che avete approvato in parlamento a colpi di fiducia?

giovedì 7 maggio 2009

il risveglio della natura


aore12


Il risveglio della natura annuncia la stagione della spensieratezza.

Le scuole stanno per chiudere. I ragazzi dell’ultimo anno si preparano a sostenere gli esami.
Gli altri si cacciano le ultime interrogazioni pregustando le imminenti vacanze.

Se non fosse per gl’impegni, lavoro, studio e altri piccoli impicci, si potrebbe stare nella pineta di Siano nell’imminente periferia di Catanzaro.

O, meglio, fare lunghissime passeggiate nel parco delle biodiversità, luogo caro alla memoria di molti ragazzi/e che, come me, lo ricordano come “la scuola agraria”. Un tempo non si andava nella boscaglia della scuola agraria per passeggiare. Lì, la natura rigogliosa cresceva, creava nicchie di rovi, posti segreti dove rifugiarsi per stare lontani e al riparo da occhi e lingue indiscrete, scambiare intimità e fare l’amore. Oggi è un parco a tutti gli effetti: percorsi, laghetti, giochi, spazi ristoro e espositivi. L’unica nota, a mio avviso, poco civile: le gabbie dei rapaci e dei grandi uccelli. È un vero peccato vedere bestie così maestose costrette all'immobilità senza poter godere degl’immensi, naturali spazi celesti.

martedì 17 novembre 2009

Catanzaro, esposizione permanente di arte contemporanea




Catanzaro, esposizione permanente di arte contemporanea nel parco delle biodiversità
©arch.M.Iannino


Il parco delle biodiversità, realizzato dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, ha stravolto positivamente 114.200mq di campagna urbana annessa all’istituto della scuola agraria per le attività pratiche e sperimentali di docenti e studenti. Dal 21 marzo del 2004, giorno dell’inaugurazione, il sito è diventato un bellissimo polmone verde che contiene piante da siepe, tappezzanti, di alto fusto e arboree; due laghetti popolati da cigni, anatre, papere e piante acquatiche precedute da allegre e sinuose panchine in stile Gaudì, il tutto sottolineato dal percorso Jogging che invita a continuare la passeggiata fino alla valle dei mulini; e ancora, piste ciclabili e da pattinaggio; aree giochi, anfiteatro, area ristoro, servizi igienici; enormi voliere che ospitano pennuti autoctoni e migratori; gabbie con rapaci e prati recintati per inibire la fuga agli scoiattoli che popolano i centenari pini mediterranei. Strutture in legno a forma di castello, gazebo, vecchi tronchi incisi da artigiani locali. La clinica per gli animali selvatici o abbandonati; il museo delle armi e, dulcis in fundo, tra tanto tripudio alla natura e al fare dell’uomo è visibile l’elogio alla creatività degli artisti ospiti nelle edizioni culturali estivi attuati nel Parco Nazionale Archeologico Scolacium denominate “Intersezioni”:
ben inseriti nel contesto paesaggistico del giardino botanico mediterraneo, le opere di Cragg, Paladino, Fabre, Balkenhol, Delvoye, Quinn, Gormley e Hoppenheim conferiscono quel tono culturale importante, necessario all’inserimento del sito nei canali culturali mondiali.

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