lunedì 2 marzo 2015

Papa Francesco al Governo

In tutti questi anni un uomo (solo?) ha deciso per noi e ci ha resi impotenti davanti alle scelte fatte dagli uomini che Lui stesso ha messo per governare l'Italia nella partita economica giocata sulla scacchiera che ospita gli Stati membri europei. Napolitano Giorgio! Il compagno Giorgio... non è per maleducazione o assenza di rispetto che lo definisco così. Anzi, al tempo del PCI guai se non davi del “TU” ai compagni. Non importava l'età o il rango. Nel partito non esistevano ruoli di privilegio. Ma questa è ormai storia del passato. Storia da prima repubblica, direbbe qualcuno. Peccato che la seconda e la terza, se mai ci sono state, si sono dimostrate peggiori della prima.

Dicevamo, Monti scalza Berlusconi, che, con Tremonti, mise le mani in tasca agli italiani, non scherzò in fatto di tagli al ceto medio-basso mentre, di contro, legiferava per fare rientrare i capitali all'estero degli evasori, tutelandoli con scudi adeguati.
Poi fu il turno di Enrico Letta, nipote di Gianni consigliere di Berlusconi. Ma lui era troppo moderato per i gusti della Merkel (così dicono le cronache economiche sulle austerità imposte dalla troika) non si vedevano risultati immediati. Infine arriva il rampante Matteo Renzi.
Famoso per la sua presenza scenica e nella maestria nell'usare il web. Twitter! Ed è stato proprio con un cinguettio (l'ormai celebre #staiserenoenrico) che da segretario del PD fece cadere Enrico Letta e prese il suo posto.

Che dire, il ragazzo ha le idee chiare. Sembra determinato! Fa promesse. Parla con tutti ma non ascolta nessuno (nel senso che poi fa quello che vuole lui). E questo suo modo di fare origina la rottura con la minoranza del PD, sindacati e società civile che prima gli avevano dato fiducia.

A promesse non lo batte nessuno! Renzi promette, dà scadenze per la soluzione dei mali che poi deroga con altre promesse. Insomma, da buon conoscitore degli italiani, sa come tenerli, tenerci sulla corda.

Non mi ha mai convito la politica dell'austerità e delle leggi come il jobs act che fanno stare male chi sta già peggio perché afflitti dalle decisioni degli imprenditori. Il perché è noto a chiunque soffra perché vittima di queste decisioni.


Ieri sera ho visto un poco della trasmissione di Riccardo Iacona e non ha fatto altro che documentare l'assurdità delle politiche economiche europee. L'austerity che ci impongono ha il sapore dell'agonia sociale anche in Germania.


Ancora, forse, in Italia stiamo leggermente bene rispetto ad altre realtà sociali europee. Ma Renzi e il suo entourage stanno lavorando per allinearci agli stipendi da fame imposti dagli imprenditori. Sta, di fatto smantellando lo stato sociale! Le grandi aziende non intendono più assumere a tempo indeterminato e non vogliono perdere tempo in estenuanti trattative sindacali; esigono la mobilità e la determinazione di potere licenziare i dipendenti e Matteo Renzi fa di tutto per accontentarli.

Però, Dio castiga ma non abbandona! Ed ecco un grande Uomo di chiesa che leva la sua voce contro chi gestisce e governa male il denaro. Opera scelte sbagliate per i poveri. E mette in primo piano i guadagni terreni: Papa Francesco!

Se Francesco facesse un partito chissà quanti lo seguiremmo, anche se non ho mai voluto tessere di partito, sarei il primo ad iscrivermi! Ma lo sostengo con convinzione! D'altronde il partito ce l'ha già. Un partito che, come gli altri, nel tempo, ha lasciato da parte l'ideologia iniziale, ha dimenticato gli ultimi e gli impegni presi.

Francesco ha concretizzato azioni che aspettavamo da sempre all'interno della Chiesa e nella società civile. Parla col cuore e non sottace i problemi del Vaticano, dei preti, delle cooperative, delle onlus che stanno con una mano tesa e l'altra nascosta dietro la schiena.
Il denaro è lo sterco del diavolo!, ha detto.

Non è coraggio il suo modo di fare. È Vangelo. Amore per il prossimo.


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